Dopo le indiscrezioni sul rimpasto di giunta, la politica agrigentina si prepara a un nuovo capitolo delicatissimo: l’approvazione del bilancio 2025 del Comune di Agrigento. L’Ente è già commissariato e la domanda che corre in città è semplice: chi saranno i dieci consiglieri comunali pronti a immolarsi e votare un documento che si preannuncia come i precedenti, pieno di ombre e di dubbi?

Il bilancio, infatti, rischia di contenere ancora una volta le solite “carte impastate”, con cifre poco trasparenti e una mole enorme di crediti inesigibili, difficilmente recuperabili. Una situazione che trascina il Comune sempre più vicino al baratro del dissesto.

Ma il rimpasto non è casuale. Con la probabile uscita di Ciulla e l’ingresso di due esterni – Sandro Montalbano e forse Riccardo Accurso Tagano – qualcuno dovrà pur assumersi la responsabilità di portare avanti e “difendere” un bilancio già segnato da tutte queste criticità. E sarà proprio la nuova squadra di governo a caricarsi il “morto”: un compito politicamente pesantissimo, ma utile a Miccichè per arrivare in fondo alla consiliatura scaricando le colpe sugli ultimi arrivati.

Il progetto civico “Tutti insieme per una città normale” lo ha denunciato più volte: i bilanci comunali, negli ultimi anni, non sono mai stati strumenti di pianificazione reale, ma solo documenti contabili di sopravvivenza, buoni a tirare a campare fino al rinnovo dell’amministrazione. Nessuna visione, nessuna programmazione, nessuna capacità di affrontare i nodi strutturali della città.

La realtà è che la maggioranza in consiglio non esiste più da tempo. La giunta Miccichè è a pezzi, commissariata di fatto nelle decisioni più importanti. Ma a salvare la faccia al sindaco ci penseranno – come sempre – quei dieci consiglieri che voteranno il bilancio. Un atto di fedeltà che non guarda agli interessi della città, ma alle logiche di sopravvivenza politica.

Intanto Agrigento continua a fare i conti con strade dissestate, emergenza idrica, verde pubblico abbandonato, servizi sociali tagliati, mentre milioni di euro di crediti fittizi restano solo sulla carta, gonfiando i numeri senza alcun riscontro nella realtà.

Come già scritto da Report Sicilia negli ultimi mesi, dalle analisi sullo stato delle casse comunali alle denunce su spese e sprechi, il quadro è sempre lo stesso: Agrigento vive sospesa tra un presente di bilanci “truccati” e un futuro che rischia di essere commissariato per davvero.
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La domanda resta sospesa: il Comune di Agrigento può davvero permettersi un altro bilancio “truccato”, o sarà necessario uno strappo netto per voltare pagina?

Una cosa è certa: ancora una volta, a pagare le conseguenze delle scelte politiche, saranno i cittadini.

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