Canicattì in strada per il Beato Livatino: un’intera comunità celebra il giudice martire della giustizia
CANICATTÌ – Una folla immensa, commossa e silenziosa, ha accompagnato il Beato Rosario Angelo Livatino, il giudice ucciso dalla mafia nel 1990, nel suo ritorno tra la sua gente. A Canicattì, sua città natale, si è vissuta una giornata di intensa partecipazione e profonda riflessione, con migliaia di persone scese in strada per rendere omaggio al magistrato, simbolo di integrità e coraggio nella lotta alla criminalità organizzata.
Un popolo in cammino per la memoria e la giustizia
Le immagini di Canicattì parlano da sole: un’intera città unita in una marcia collettiva, nel segno del sacrificio e della testimonianza di Livatino. Giovani, famiglie, autorità civili e religiose, forze dell’ordine, rappresentanti della magistratura e semplici cittadini hanno seguito il percorso con un profondo senso di rispetto, accompagnando le reliquie del Beato con preghiere e canti.
Non una semplice commemorazione, ma un gesto concreto di resistenza civile: la Sicilia non dimentica e continua a far risuonare il messaggio di Livatino, il quale non temeva di affrontare il male con la forza del diritto e della fede.
L’eredità di Livatino tra fede e giustizia
Beato dal 2021, Rosario Livatino fu un magistrato esempio di incorruttibilità, assassinato a soli 38 anni mentre si recava in tribunale. La sua figura è diventata un faro per la legalità, soprattutto per le nuove generazioni, grazie al suo impegno inflessibile contro il potere mafioso e alla sua profonda spiritualità.
Parole come “Sub tutela Dei”, che il giudice annotava sui suoi documenti, risuonano oggi più che mai attuali. La sua fede non era separata dal suo lavoro, ma ne rappresentava la guida e la forza, un principio che oggi si fa eredità collettiva per tutta la società civile.
Un segnale forte in una terra che non si arrende
Canicattì ha dato una risposta chiara: la memoria di Livatino è viva e più forte che mai. In un’epoca in cui la lotta alla mafia è ancora una battaglia aperta, vedere un’intera comunità scendere in strada per onorare un giudice martire significa testimoniare che il sacrificio non è stato vano.
Questa giornata non è solo un momento di celebrazione religiosa, ma un appello alla coscienza collettiva: il cambiamento passa attraverso la memoria e l’impegno di tutti, perché la lezione di Rosario Livatino non è un capitolo chiuso della storia, ma una strada ancora da percorrere.















