AGRIGENTO – A Cannatello l’acqua scorre copiosa da giorni in via Papillon, traversa di via Farag. Una vera e propria fuga incontrollata lungo centinaia di metri di asfalto, come mostrano inequivocabilmente le immagini documentate da Report Sicilia.
Una scena surreale, se si considera che in molte zone della città l’acqua viene ancora razionata, e i cittadini sono costretti a comprare autobotti private per esigenze primarie. A Cannatello invece, da oltre una settimana, un vero e proprio “fiume urbano” attraversa la strada e si perde nel nulla, senza che nessuno intervenga.
Ma il fatto ancora più grave è che la perdita non è nuova: già segnalata da diversi residenti, non è mai stata riparata. Una vergogna che diventa paradossale alla luce dell’inchiesta della magistratura, che ha rivelato come nell’estate 2024 le istituzioni abbiano scientemente lasciato Agrigento senz’acqua, nonostante fossero disponibili fonti come “Acqua Amara” e “Porta Panitteri”.
“Ci assetavano di proposito”, sostengono oggi con rabbia i cittadini.
“Ecco la prova: l’acqua c’era, ma veniva e viene buttata per strada.”
Le carte dell’indagine in corso parlano chiaro: la crisi idrica del 2024 non fu solo emergenza climatica, ma il risultato di omissioni politiche, gestione fallimentare e precise scelte per favorire equilibri clientelari.
Ora la perdita di via Papillon – documentata da Report Sicilia in video e immagini – diventa il simbolo di questo fallimento sistemico, aggravato dal silenzio delle autorità locali e dei vertici AICA, ATI e Comune.
“Chi deve intervenire per chiudere una perdita? Il Prefetto? Il Papa?” – si chiedono con amarezza i residenti.
“Nel frattempo, si paga profumatamente un servizio che neanche esiste.”
È ora che qualcuno risponda. Che si fermi lo spreco. Che si dica la verità.
Perché a Cannatello, come in tutta Agrigento, l’acqua è diventata un privilegio per pochi e una vergogna per chi governa.

