Agrigento – Dietro le quinte del Mandorlo in Fiore 2025, emergono ombre e tensioni all’interno del Comune di Agrigento. Documenti interni, di cui siamo venuti in possesso, rivelano pressioni politiche, favoritismi e scontri tra dirigenti nella gestione della fiera e dell’assegnazione degli spazi per lo street food e le casette espositive.
La denuncia della funzionaria SUAP: favoritismi nella gestione degli spazi
La protagonista di questa vicenda è Carola Narbone, funzionaria del SUAP, che con una lettera indirizzata al Sindaco, al Segretario Generale, al Vice Sindaco e ai dirigenti competenti, denuncia una gestione poco trasparente e una serie di pressioni subite nell’ambito dell’organizzazione della fiera del Mandorlo in Fiore.
Secondo quanto emerge dal documento:
- La funzionaria aveva gestito in autonomia l’assegnazione degli spazi nel 2024, garantendo equità tra i partecipanti.
- Quest’anno, però, la gestione sembra essere passata in mani diverse, con interferenze politiche che hanno favorito alcune ditte a discapito di altre.
- La funzionaria denuncia la circolazione di informazioni riservate, che hanno permesso a un gruppo specifico di imprenditori di ottenere vantaggi rispetto ai concorrenti.
Street Food: chi decide chi partecipa?
Un punto chiave della vicenda riguarda l’assegnazione degli spazi per lo street food in Piazza Marconi, tradizionale luogo della manifestazione. Secondo la lettera della funzionaria, sarebbe avvenuto un passaggio di competenze non chiaro tra il SUAP e altri soggetti, sollevando dubbi sulla legittimità di alcune assegnazioni.
In particolare:
- La ditta “A Putia”, che aveva regolarmente presentato domanda, ha scoperto che la propria proposta è stata presa in carico da un altro gruppo senza comunicazione ufficiale.
- La stessa ditta ha scoperto che la sua proposta è stata consegnata a un’altra impresa concorrente, senza alcun atto formale.
- La gestione degli spazi sembra essere stata dirottata verso un gruppo vicino a determinati ambienti politici.
Le accuse di strumentalizzazione e le minacce alla reputazione
La funzionaria Narbone, nella sua lettera, denuncia un tentativo di delegittimarla sia professionalmente che a livello personale. In particolare, scrive:
“La fiducia, il rispetto e l’onestà sono la base di un rapporto di lavoro. Valori venuti meno. Ma non permetto che si screditi la mia professionalità e si strumentalizzi l’accaduto per infangare il mio nome, diffondendo notizie sulla mia vita privata e attaccando ulteriormente la mia reputazione.”
Una dichiarazione forte, che lascia intendere che le pressioni ricevute non siano solo di carattere amministrativo, ma anche personale.
Un sistema di potere che decide tutto?
Dal documento emerge un clima di tensione interna al Comune, con uno scontro tra chi cerca di far rispettare le regole e chi, invece, vuole decidere chi deve partecipare e chi no.
A rendere la situazione ancora più grave, è la presunta interferenza di figure politiche di alto livello, tra cui il Coordinatore del Mandorlo in Fiore, Carmelo Cantone, il quale – secondo la lettera – avrebbe gestito in modo poco chiaro l’assegnazione degli spazi e avrebbe favorito alcune aziende a scapito di altre.
La Narbone scrive di essere stata addirittura citata in conversazioni con politici di spicco, il che fa pensare che la gestione del Mandorlo in Fiore non sia solo una questione tecnica, ma una partita politica che coinvolge anche esponenti del governo cittadino.
Cosa succede ora?
La lettera è un atto d’accusa pesante, che mette in discussione l’intero sistema di gestione degli eventi ad Agrigento.
Adesso la palla passa al Sindaco Francesco Miccichè, al Segretario Generale M. Concetta Floresta e ai dirigenti comunali: verranno presi provvedimenti? Verrà fatta chiarezza su questa gestione opaca? O tutto finirà insabbiato come spesso accade nelle stanze del potere?
L’ombra di favoritismi e pressioni politiche sul Mandorlo in Fiore 2025 rischia di trasformare quella che dovrebbe essere un’occasione di rilancio per la città in una nuova polemica sulla gestione del potere.
La domanda che molti cittadini si pongono è: Agrigento Capitale della Cultura 2025 è davvero un’opportunità per tutti, o solo per pochi eletti?
Sono certa che non verranno presi provvedimenti e non verrà fatta chiarezza su questa gestione opaca. Tutto finirà insabbiato come sempre accade nelle stanze del potere agrigentino, composto da pseudo politici morti di fame, che pur di sentirsi importanti del ruolo che occupano, scendono a beceri compromessi, non curandosi, ancora una volta, della pessima immagine che stanno offrendo alla Nazione. I politici agrigentini oltre ad essere incapaci nel ruolo importante che occupano, sono anche dei falliti a livello professionale non essendo stato in grado di trovarsi una professione al di fuori della politica: hanno mai superato un concorso senza raccomandazioni?
AGRIGENTINI SVEGLIATEVI ANDATE CON I FORCONI AL PALAZZO DEL COMUNE E CACCIATELI TUTTI A CALCI NEL C..O!
Fra un po’ di tempo la Sig.sara’trasferita in un altro ufficio.Penso che molti comuni o enti nella nostra provincia siano gestiti in questo modo.pochissima trasparenza .e se nn sei amico degli amministratori .in certi casi nn ti danno neanche quello che ti spetta x diritto, modesto parere di cittadino,ma quello che dico lo posso dimostrare!!!