AGRIGENTO – Mancano solo tre giorni all’inizio del nuovo anno scolastico, previsto per lunedì 15 settembre, e per gli alunni del plesso Pirandello dell’Istituto Comprensivo Agrigento Centro regna ancora l’incertezza più totale.

L’edificio è stato dichiarato inagibile per gravi problemi strutturali, ma ad oggi non è stata comunicata alcuna soluzione definitiva per garantire il regolare avvio delle lezioni.


Il precedente del Liceo Politi

La vicenda si intreccia con quella del Liceo Politi, che ha inaugurato l’anno scolastico nello stesso edificio di via Acrone, dichiarato anch’esso inagibile. Un paradosso che solleva più di un dubbio: se il Politi ha potuto avviare le attività didattiche nei locali, perché il Pirandello dovrebbe rimanerne escluso?

Gli stessi dirigenti scolastici, infatti, hanno più volte ribadito che non è mai arrivata alcuna notifica ufficiale di sgombero o di interdizione assoluta dell’immobile. In altre parole, la scuola non sarebbe mai stata formalmente “sfrattata”.


L’ipotesi dei doppi turni al Garibaldi

La proposta che circola è quella di spostare le classi del Pirandello presso il plesso Garibaldi, sempre dell’Istituto Agrigento Centro, organizzando doppi turni pomeridiani.

Ma i genitori insorgono:

  • «Non è accettabile che bambini, anche molto piccoli, vengano costretti a frequentare la scuola dalle 14:30 alle 20:30».

  • «Un simile orario sconvolgerebbe la vita delle famiglie e penalizzerebbe in modo drammatico gli alunni con disabilità, che già devono affrontare il trauma del cambio di sede».


La richiesta: usare subito la Lauricella

I genitori chiedono invece di utilizzare immediatamente gli spazi inutilizzati del plesso Lauricella, con aule e laboratori di coding, pittura, scienze, biblioteca e palestra. Strutture che, se liberate, permetterebbero di ospitare le classi senza ricorrere a soluzioni emergenziali e penalizzanti.


L’opzione Ancelle Riparatrici

Resta sul tavolo anche l’ipotesi di recuperare l’edificio delle Ancelle Riparatrici, chiuso e fatiscente da anni. Ma i tempi tecnici per la messa in sicurezza e la riapertura richiederebbero mesi, non i quindici giorni promessi dalle istituzioni.


La protesta dei genitori

«Non possiamo accettare decisioni improvvisate che mettono in ginocchio le famiglie e soprattutto penalizzano i bambini più fragili – affermano i genitori –. È inaccettabile che a tre giorni dall’inizio della scuola non ci sia ancora una risposta chiara. I nostri figli hanno diritto a un’istruzione dignitosa e inclusiva, non a lezioni di sera e a orari impossibili».


👉 La domanda che oggi si pongono le famiglie è semplice: se il Politi ha potuto iniziare l’anno nello stesso edificio, perché al Pirandello non viene data la stessa possibilità, in assenza di un provvedimento ufficiale di sgombero?

Autore