Si suol dire “riceviamo e pubblichiamo”. Pur confermando di non essere una “tipografia”, Report Sicilia è sempre apertissimo al confronto di idee, sui temi da noi sollevati, specie quando tale confronto è civile e costruttivo. In redazione è giunta una riflessione da parte della signora Elena Conti, sul tema dell’ingolfamento di street food a San Leone, da oggi a giovedì. Scrive Conti: “Leggere le parole, da voi pubblicate, di Marco Catalano sullo Street Food a San Leone fa un po’ sorridere. Non per il tono nostalgico – legittimo – con cui rievoca le notti bianche da lui organizzate (ottime iniziative, per carità), ma per la veemenza con cui si scaglia contro una manifestazione che, personalmente, ho avuto modo di conoscere anche in altri contesti e che mi sento di difendere. Perché sì, anche il cibo è cultura. E Agrigento, *Capitale Italiana della Cultura 2025*, ha tutto il diritto – e direi anche il dovere – di aprirsi a sapori che vengono dall’Ungheria, dall’Argentina, dal Messico, e dalle tante regioni italiane. Limitarsi a difendere in modo così sfacciato i paninari e i ristoratori del lungomare fa quasi pensare a una corporazione, più che a una reale preoccupazione per lo sviluppo economico del territorio. E sia detto con sincerità: la qualità dei prodotti proposti dallo Street Food internazionale è, in molti casi, nettamente superiore a quella di certe friggitorie nostrane. Chi ha il coraggio di passare la sera davanti all’ex elisoccorso, saprà cogliere il bouquet inconfondibile dell’olio riutilizzato fin troppo generosamente”.
La concorrenza fa bene a tutti
E ancora, scrive Conti: “Senza contare che queste iniziative – che durano solo quattro giorni – portano concorrenza. E la concorrenza, da sempre, migliora il servizio e tutela il consumatore. Persino sul piano fiscale: sì, perché le postazioni dello Street Food rilasciano regolarmente scontrini. Lo so per esperienza diretta. Non sono certo di poter dire lo stesso per alcuni nostri “paladini ai fornelli”, a favore dei quali il signor Catalano tanto si scalda, che sembrano invece affezionati allo “scontrino parlante”, nel senso che te lo raccontano a voce il prezzo dovuto. Insomma, ben venga la “fuddra” se porta vivacità, qualità e un respiro più ampio. A meno che l’unica visione di San Leone non sia quella, ben nota, del “sempre noi, e solo noi”. Comunque la pensiate, buon appetito.

