Agrigento Capitale della Cultura 2025: una collezione di record, ma non di merito

Agrigento avrebbe dovuto rappresentare l’eccellenza culturale italiana nel 2025. Invece, si sta trasformando in un manuale vivente di cattiva amministrazione, gaffe istituzionali, dimissioni a catena e inchieste giudiziarie.

Come documentato da Il Fatto Quotidiano (27 maggio 2025), la situazione è sfuggita di mano: dal sito web ufficiale ancora “in costruzione” a dicembre 2024, ai cartelloni con errori grammaticali (“Valle di Templi”, “Casa Pirandello contrata Caos”), fino all’imbarazzo istituzionale del 18 gennaio, giorno della visita del Presidente Sergio Mattarella, quando pioveva sul palco del Teatro Pirandello, costringendo gli operai a sigillare in fretta il tetto poche ore prima dell’evento.

A peggiorare il quadro, è arrivata l’inchiesta sul direttore artistico del Teatro Pirandello Francesco Bellomo, accusato di sostituzione di persona e presunta evasione da 500mila euro. L’indagine della Procura di Roma, riportata da Il Fatto, nasce dalle denunce dell’attore Roberto Iannone, che afferma di essere stato usato come prestanome.

Critiche internazionali e riciclo di eventi locali

L’articolo evidenzia anche le critiche della stampa culturale europea, come Helga Marsala su Artribune, che parla di un “riciclo di sagre di paese” più che di innovazione culturale. Tra gli eventi spacciati come cultura internazionale, figurano la Sagra del Mandorlo in Fiore, la festa di San Calogero, la patrona dei Carabinieri e persino il Carnevale di Sciacca. A confronto, Pesaro (Capitale 2024) ha ospitato Marina Abramović.

E intanto, mentre la tomba di Pirandello veniva chiusa per lavori senza preavviso, la Fondazione Agrigento 2025 ha vissuto un’emorragia di figure chiave: dimissioni del presidente Giacomo Minio (gennaio), abbandono del direttore generale Roberto Albergoni (marzo), e un bando per un consulente giuridico nonostante la presenza di quattro avvocati nel consiglio d’amministrazione. Incredibile ma vero: si è persino dichiarato che “la Fondazione non dispone di personale con esperienza nella gestione amministrativa”.

Quello che Il Fatto non dice: il caso SUV, la solidarietà dimenticata e le condanne

Ma c’è un’altra faccia della Capitale della Cultura che il pezzo di Il Fatto Quotidiano non cita. Una verità che Report Sicilia continua a denunciare da mesi: fondi della solidarietà sociale utilizzati per comprare SUV, poi abbandonati e mai impiegati per il trasporto di disabili o anziani, come previsto. Un paradosso in una città dove i servizi ASACOM per studenti disabili sono stati tagliati del 40%.

E ancora: la condanna dell’ex dirigente comunale Gaetano Di Giovanni, oggi interdetto a vita dai pubblici uffici per tangenti e corruzione, arrestato in una delle più grandi inchieste su appalti e rete idrica mai viste in Sicilia. Di Giovanni, lo ricordiamo, era anche l’uomo chiave nella gestione degli affidamenti diretti, dei servizi sociali e del MEPA comunale. Un nome che ritorna anche nei fascicoli sulle “gare pilotate” e le “mazzette” di recente aperti dalla Procura di Agrigento.

Il Procuratore capo Giovanni Di Leo lo ha detto chiaramente:

“In questa terra, anche la cultura è diventata un terreno di potere e silenzio. Serve spezzare l’omertà per restituire dignità a chi crede ancora in Agrigento.”

Cultura o parata?

A oggi, i record collezionati da Agrigento 2025 non sono quelli di cui vantarsi:

  • Maggior numero di figure chiave dimissionarie in 4 mesi;

  • Errori istituzionali su materiale ufficiale;

  • Eventi annullati o ridicoli per mancanza di attrattiva;

  • Scandali su fondi, incarichi, dirigenti e consulenze;

  • E soprattutto, un solco profondo tra la cultura “di palazzo” e la città reale.

La domanda resta: Agrigento è Capitale della Cultura o Capitale della Contraddizione?


Fonti: Il Fatto Quotidiano – 27 maggio 2025; Artribune; Report Sicilia; documentazione inchieste 2023-2025
Per approfondimenti: www.reportsicilia.it

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