Agrigento – Un Capodanno all’insegna della musica, degli spettacoli e di un’organizzazione corsa contro il tempo. Con la partecipazione di artisti come Jimmy Sax, Beatrice Quinta, Salvo La Rosa, Ibla, Enrico Oliva, i “Batteristi sotto le stelle” di Angelo Spataro, i “Twin Violins” e Salvatore Galante, Agrigento ha salutato il 2025 con un evento che, nonostante le difficoltà organizzative, ha richiamato un buon numero di spettatori in piazza.

Tuttavia, ciò che doveva rappresentare il biglietto da visita di una città Capitale Italiana della Cultura è stato realizzato con un evidente ritardo nella pianificazione. Ufficializzato solo il 24 dicembre, quando altre città siciliane avevano già programmi definiti e pubblicizzati, il Capodanno agrigentino si è trovato a competere con eventi di grande rilievo, come lo show in onda su Canale 5 a Catania.

Un “piccolo miracolo” secondo gli organizzatori

Enzo Bellavia, alla guida della società “Tmt Group Srl” che ha curato l’organizzazione artistica dell’evento, ha definito la serata un “piccolo miracolo”.

“Abbiamo compiuto un piccolo miracolo mettendo insieme tanti elementi che hanno poi fatto lo spettacolo. Il risultato in termini di presenze non può che essere soddisfacente viste le premesse iniziali”, ha dichiarato Bellavia.

Nonostante i limiti, Bellavia ha sottolineato che il successo della serata ha messo in luce un punto fondamentale: “L’amministrazione comunale si è resa conto che basta affidarsi alle persone giuste, che hanno esperienza e competenza nello specifico settore, per avere la certezza di proporre un prodotto di qualità”.

Le sfide di un evento organizzato in extremis

La gestione del Capodanno 2025 ha evidenziato alcune criticità significative. La mancanza di una pianificazione anticipata ha portato a una comunicazione tardiva e a difficoltà nel coinvolgimento del pubblico. Mentre altre città avevano già definito i loro programmi da settimane, Agrigento ha dovuto lavorare in fretta, cercando di bilanciare qualità artistica e limiti organizzativi.

Un punto di riflessione importante per una città che, con il titolo di Capitale Italiana della Cultura, dovrebbe puntare su eventi pianificati con largo anticipo e promossi in modo capillare.

Un insegnamento per il 2025

Nonostante le difficoltà, l’esperienza di questo Capodanno può rappresentare una lezione per il futuro. “Questa esperienza sarà senza alcun dubbio utile nel percorso di sviluppo di questo 2025, un anno davvero cruciale per la città”, ha aggiunto Bellavia.

Il 2025 si presenta come un’opportunità irripetibile per Agrigento. Affidarsi a professionisti del settore e garantire una pianificazione adeguata sono le chiavi per trasformare la città in un vero centro culturale di rilevanza nazionale e internazionale.

Uno sguardo al futuro

Il Capodanno agrigentino, acciuffato per i capelli, ha comunque mostrato la forza della città nel superare le difficoltà. Ma è chiaro che il tempo delle corse contro il tempo deve finire: il titolo di Capitale della Cultura non può essere vissuto come un’improvvisazione, ma come una sfida che richiede visione, professionalità e un impegno costante.

Agrigento, ora, ha davanti a sé un anno per dimostrare di essere all’altezza delle aspettative. Che questo Capodanno sia il punto di partenza per una programmazione più ambiziosa e ben strutturata.

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