Agrigento – Concluso il Capodanno 2025 nella “Capitale Italiana della Cultura”, la serata lascia una scia di polemiche, ironia e interrogativi su come i soldi pubblici siano stati spesi. Un evento che ha bruciato circa 215.000 euro tra organizzazione frettolosa, assenza di promozione e criticità che avrebbero potuto mettere in serio pericolo l’immagine della città. E, con tutto ciò, si rischia di trasformare una celebrazione in un simbolo di superficialità.
Una corsa contro il tempo
Organizzare un Capodanno e un intero Natale in appena sette giorni non è una strategia, è un salto nel buio. La conferma è arrivata il giorno stesso della manifestazione con l’autorizzazione finale della Commissione Spettacoli. Questo ha portato a una gestione al limite dell’improvvisazione, dimostrata da situazioni paradossali.
Un esempio su tutti: il palco è stato stabilizzato con un recipiente pieno d’acqua, simbolo ironico ma tragico per una città che vive una crisi idrica cronica. È lecito chiedersi cosa sarebbe successo se quell’acqua non fosse stata disponibile.
Il servizio navetta dalla Piazza Ugo La Malfa attivato per facilitare gli spostamenti si è rivelato inutile: annunciato troppo tardi, è rimasto vuoto. Nessuna informazione puntuale, nessun utilizzo reale. Un’occasione sprecata. Cosa diversa il servizio navetta dalle aree limitrofe assicurato gratuitamente dalla Ecclesia Viva con mezzi elettrici accessibili ai disabili ha avuto più successo visto la tipologia dello stesso.
Cifre, spese e dettagli indecenti
Tra le spese che lasciano perplessi spiccano i 15.500 euro destinati ai bagni chimici, posizionati alle spalle del pubblico senza alcuna cura per il decoro. Un investimento che, se necessario, poteva essere gestito in modo più dignitoso e con una spesa meglio giustificata.
E cosa dire di via Acrone, lasciata nel degrado? Tratti pericolosi per l’incolumità pubblica avrebbero potuto essere transennati con un minimo di attenzione. Non farlo ha significato esporre i partecipanti a rischi evitabili, il che dimostra quanto l’organizzazione si sia limitata al “minimo sindacale”.
Una serata senza ritorno reale
Un evento del genere, con un investimento così importante, dovrebbe avere un impatto tangibile sul territorio e sul turismo. Ma senza una campagna promozionale, l’evento ha fallito nel portare un ritorno economico significativo.
Fino alle 00:45, erano più le persone in divisa e gli addetti ai lavori che il pubblico effettivo. Solo successivamente, grazie ai centri di accoglienza che probabilmente hanno esteso l’orario di rientro, si è registrata una presenza maggiore, per lo più composta da stranieri.
Inoltre, l’artista scelto, Jimmy Sax, pur bravissimo, ha proposto uno spettacolo più adatto a un concerto raffinato che a un veglione di Capodanno. Il risultato? Il pubblico non ha ballato, e la serata ha lasciato il rimpianto per artisti locali come Riccardo Gaz e Marco Catalano, che avrebbero potuto coinvolgere di più.
Chi ha garantito sicurezza e ordine
Un plauso sincero va a chi ha garantito il buon esito della serata, nonostante tutte le criticità. La Croce Rossa, le Forze dell’Ordine e il coordinamento delle autorità competenti hanno lavorato instancabilmente per assicurare che tutto si svolgesse in sicurezza. Senza il loro impegno, i rischi di un’organizzazione così frettolosa sarebbero potuti diventare un problema serio.
Un bilancio tra sacro e profano
Non possiamo ignorare che i 215.000 euro spesi in questa manifestazione sono una cifra che merita una valutazione rigorosa. Come possono essere giustificati, se il ritorno economico e promozionale per la città è stato pressoché nullo? Agrigento, Capitale Italiana della Cultura, deve imparare a spendere per costruire, non per bruciare risorse in eventi che finiscono nel nulla.
Questo Capodanno ci lascia con una consapevolezza: il 2025 deve essere l’anno della resa dei conti. Non siamo più nella stagione delle promesse e dei “faremo”. È il momento di dimostrare che Agrigento può essere davvero una Capitale della Cultura e non solo un palcoscenico improvvisato.
Un messaggio per il futuro
Ringraziamo chi c’era e chi ha lavorato per garantire una serata senza incidenti. Ma d’ora in poi, i cittadini si aspettano che ogni evento sia pianificato, promosso e gestito con l’attenzione che Agrigento merita.
Il tempo delle giustificazioni è finito. Se il Capodanno è stato un banco di prova, il 2025 sarà il momento della verità. Agrigento deve dimostrare che può fare cultura, non solo spettacolo.
Bastava programmare con 6 o 7mesi di anticipo : avremmo avuto attività turistico ricettive, ristoranti, bar, in sold out…. E invece, come sempre, ci si accontenta delle briciole.