Editoriale di Giuseppe Di Rosa
Editore di Report Sicilia ed ex dipendente della Casa Circondariale di Agrigento
Scrivo oggi con il cuore di chi ha vissuto decenni dentro un’istituzione complessa e spesso dimenticata. Non sono parole dette dall’esterno: sono parole di chi ha servito il Ministero della Giustizia per oltre 40 anni, di cui 33 trascorsi nella casa circondariale “Pasquale Di Lorenzo” di Agrigento, prima da agente della Polizia Penitenziaria, poi da impiegato amministrativo.
Nei giorni scorsi Report Sicilia ha raccontato con precisione ciò che le sigle sindacali più rappresentative hanno denunciato: un clima interno appesantito da anni di cattiva gestione e silenzi, che oggi si cerca finalmente di cambiare. Ma proprio per questo, è scattato un attacco violento, volgare e strumentale contro chi sta provando a ristabilire legalità e rispetto.
NOTA UNITARIA E COMUNICATO STAMPA AGRIGENTO 30 APRILE 2025-1 📄 Scarica qui il comunicato ufficiale dei sindacati (30 aprile 2025)
“È vergognoso – scrivono SAPPE, OSAPP, FNS CISL e CNPP FSA – addossare colpe a chi si è appena insediato e si ritrova a gestire problemi mai affrontati in passato.”
Se non avessi già deciso di andare in pensione…
Lo dico oggi con sincerità:
“Se non avessi già deciso da tempo di andare in pensione prima dell’arrivo della dottoressa Anna Puci e del nuovo comandante, non sarei mai andato via. Sarei rimasto a dare loro una mano, come ho fatto in passato con altri dirigenti che avevano bisogno di chi conosce davvero quel mondo.”
Perché il carcere è un mondo a sé, e come tale va conosciuto, vissuto e rispettato. Non può essere strumentalizzato da chi cerca visibilità, potere o vendette personali.
Il veleno ha nomi e cognomi. E chi deve sapere, sa
Chi semina odio dentro quelle mura è noto a tutti. Lo sa il personale, lo sa l’Amministrazione, lo sanno a Roma e lo sanno a Palermo. E ora basta. Serve un intervento serio e immediato del Ministero della Giustizia. Non si può continuare a lasciare impunite le responsabilità di chi ha compromesso il lavoro di centinaia di operatori.
Oggi che non sono più in servizio, ho ancora più libertà di parlare. Ma non è una rivalsa personale: è un dovere morale. La verità va detta, anche quando disturba.
Sostenere chi vuole cambiare davvero
La direttrice Anna Puci e il nuovo comandante stanno cercando di riportare dignità, sicurezza e spirito di corpo in un ambiente che ha bisogno di essere ricostruito dalle fondamenta. Ma da soli non ce la faranno, se non vengono messi nelle condizioni di lavorare con il pieno appoggio delle istituzioni.
Report Sicilia non starà in silenzio. Continueremo a difendere il personale perbene, a denunciare le ingiustizie e a chiedere giustizia per chi ogni giorno serve lo Stato, senza fare rumore.
E allora lo diciamo una volta per tutte: o si cambia davvero, o la macchina si spezzerà per sempre.