L’associazione UDS – Uomini e Donne della Sicurezza – ha lanciato un grido d’allarme riguardo la preoccupante situazione lavorativa all’interno della Casa Circondariale “Pasquale Di Lorenzo” di Agrigento. In una lettera indirizzata al Sottosegretario di Stato alla Giustizia, On.le Andrea Delmastro delle Vedove, al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Dott. Giovanni Russo, e al Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria, Dott. Maurizio Veneziano, l’UDS ha descritto una realtà operativa ormai insostenibile per la Polizia Penitenziaria.
La lettera, firmata dal Presidente dell’UDS Domenico Gianluca Filippone, sottolinea come gli agenti in servizio presso il penitenziario siano sottoposti a turni massacranti, spesso costretti a lavorare fino a 24 ore consecutive, senza riposi regolari e senza la possibilità di organizzare una vita privata e familiare dignitosa. Le turnazioni, di norma strutturate in sei ore, sono state frequentemente estese fino a otto ore e, in alcuni casi, gli agenti vengono trattenuti per turni notturni dopo aver già prestato servizio per l’intera giornata.
Un sistema al collasso e condizioni di lavoro insostenibili
Uno degli aspetti più critici è il sovraccarico di lavoro causato dall’assenza di un numero sufficiente di personale. Più di 45 agenti di Polizia Penitenziaria hanno infatti depositato certificati di malattia, principalmente per stress da lavoro correlato, portando a una cronica carenza di organico che mette in ginocchio l’intero sistema organizzativo. L’assenza di questi agenti costringe i poliziotti rimasti a lavorare senza adeguati periodi di riposo, compromettendo il loro recupero psicofisico e aumentando il rischio di infortuni sul lavoro.
L’UDS evidenzia anche il problema delle continue aggressioni subite dai poliziotti da parte dei detenuti, che rendono la situazione ancora più critica. Gli episodi di violenza, che hanno riguardato anche il personale sanitario del penitenziario, sono allarmanti e testimoniano il livello di tensione e pericolo all’interno dell’istituto. Gli eventi critici registrati dall’inizio dell’anno superano già i 150, numeri che destano forti preoccupazioni.
Domenico Filippone : La chiusura parziale dello spaccio interno, un altro colpo al benessere del personale
“Non di poco conto è il fatto che l’unico momento di relax e svago a disposizione del personale della Casa Circondariale, ossia lo spaccio interno con annesso bar e sala ristoro, sia oggi fortemente ridimensionato. Fino a pochi mesi fa, questa area rappresentava uno spazio cruciale per il benessere degli agenti, dove potevano staccare la spina dopo turni estenuanti. Tuttavia, a causa della carenza di personale, anche questa struttura viene ora aperta a singhiozzo, per poche ore e in alcuni giorni del mese, riducendo ulteriormente la già scarsa qualità della vita lavorativa all’interno del penitenziario. Questo significa che l’unico “sfogo” e punto di ristoro per il personale è stato abbandonato al suo triste destino, aggravando ulteriormente il malessere diffuso.”
Richiesta di intervento immediato delle istituzioni
Nella missiva, l’UDS chiede l’intervento immediato delle istituzioni per ripristinare condizioni di lavoro dignitose e garantire la sicurezza del personale. L’associazione esprime fiducia nel lavoro del Provveditore Maurizio Veneziano, che sta seguendo da vicino la situazione di Agrigento, ma ritiene che serva un segnale forte da parte dello Stato per ristabilire l’ordine e la corretta gestione del penitenziario.
“L’emergenza è ormai degenerata e fuori controllo. Chiediamo un intervento urgente e deciso per riportare la situazione sotto controllo e per tutelare i poliziotti che, da eroi, stanno cercando di sopravvivere a turni massacranti,” si legge nella lettera. La richiesta dell’UDS non si limita a una semplice valutazione della situazione, ma chiede che vengano rimosse eventuali responsabilità laddove dovessero emergere colpe o mancanze nella gestione dell’istituto.
Un problema non isolato, ma emblematico
Il carcere di Agrigento non è un caso isolato, ma rappresenta emblematicamente una crisi che coinvolge l’intero sistema penitenziario italiano. La situazione, se non affrontata con decisione, rischia di sfuggire di mano, con conseguenze gravi non solo per il personale penitenziario, ma anche per l’intera struttura carceraria, che deve garantire la sicurezza e la rieducazione dei detenuti.
Conclusione
Con questa denuncia, l’UDS spera di ottenere risposte concrete dalle istituzioni, nella speranza che si possano ripristinare condizioni di lavoro sicure e rispettose dei diritti del personale della Polizia Penitenziaria. Report Sicilia seguirà con attenzione gli sviluppi di questa vicenda, continuando a monitorare lo stato del penitenziario di Agrigento e gli eventuali interventi da parte delle autorità preposte.