Si chiama da sempre contrada Caos e mai nome migliore si potè dare ai luoghi in cui nacque e visse Luigi Pirandello. Se vivesse oggi, il Premio Nobel avrebbe la possibilità di sbizzarrirsi nel forgiare altre mirabili storie. Storie tristi però, a tratti grottesche. Quella che vi raccontiamo oggi ha due facce e non poteva essere che così, in ossequio all’erma bifronte di pirandelliana memoria. La prima faccia è quella della vergogna, la vergogna che ogni agrigentino che ama la propria città e i propri “gioielli” prova nel constatare come vengano accolti i turisti in visita alla casa natale del drammaturgo. L’ingresso del viale che conduce all’antico casale è una discarica di immondizia, erbacce e altre nefandezze.

I marciapiedi sono intransitabili per la fioritura senza controllo delle piante messe a suo tempo a dimora. Sono però quei rifiuti ammassati vicino al cancello, visibili a tutti coloro i quali accedono, sono scandalosi. Nessuno se ne accorge, nessuno interviene e dire che i netturbini da queste parti dovrebbero passare e raccogliere tutto, anche quello che non sarebbe da calendario raccoglibile. Questo luogo merita rispetto e cura, anche a dispetto dei mascalzoni, degli incivili, dei subumani che vegetano in questa disgraziata città. E poi c’è chi dice che i turisti parlano male di Agrigento per colpa di chi sprona chi di dovere a tenere pulita e ordinata l’intera città. Quei sacchi di immondizia e quelle erbacce non raccolte sono uno scandalo, una coltellata al cuore della città, eletta due anni fa capitale italiana della cultura.
Lavori fermi da tre mesi, cantiere ancora aperto

La seconda faccia di questa storia triste è quella dei lavori iniziati nei mesi scorsi, di messa in sicurezza del viale che conduce alla nuda pietra sotto la quale giacciono le ceneri di Pirandello. Lavori iniziati proprio all’inizio dell’anno di Agrigento capitale italiana della cultura, con tanto di chiusura dell’accesso alla tomba, alla faccia dei turisti che (ignari) arrivando in città trovavano il sito chiuso. Si poteva visitare solo la casa natale, stop. L’intervento di Report Sicilia e dopo de Il Fatto Quotidiano ha innescato una reazione a catena tra le istituzioni preposte, per far riaprire l’area già interdetta da alcuni giorni. Il direttore dell’ente Parco archeologico Roberto Sciarratta “chiese” alla Sovrintendenza di aprire immediatamente il viale, chiedendo che i lavori procedessero nel rispetto dei turisti, con adeguate misure di sicurezza all’interno del cantiere. Quelli dell’impresa che si aggiudicarono i lavori, hanno sistemato una recinzione arancione ai lati del viale, ma poi hanno stoppato tutto, in attesa di ulteriori sviluppi.

I lavori, già appaltati, affidati per un importo di 712.385 euro e iniziati sono incredibilmente fermi da circa 3 mesi, con il cantiere ancora aperto. Per questo motivo, vista la stasi, il direttore del Parco Sciarratta, al termine di una riunione svoltasi nei giorni scorsi, ha sostanzialmente “chiesto” di smantellare il cantiere, in attesa di capire come procedere nei prossimi mesi. Un pò tutti, hanno dunque capito che un lavoro così importante non poteva essere svolto nel corso dell’anno di Agrigento Capitale della Cultura, con i luoghi pirandelliani invasi da centinaia e centinaia di persone da tutto il mondo, con il rischio di farli accedere in un’area di cantiere certamente controllata, ma pur sempre di cantiere. In soldoni, un enorme pasticcio in salsa giurgintana. Ecco perchè Pirandello avrebbe di che scrivere e magari acchiappare un altro Nobel.

