Caso Narbone, Agrigento nel caos: accuse, minacce e silenzi
AGRIGENTO – Il clima a Palazzo San Domenico diventa sempre più incandescente. Dopo il nostro articolo su gossip, rinvii e silenzi istituzionali in Consiglio Comunale (leggi qui), arriva una nuova denuncia che scuote le fondamenta dell’amministrazione agrigentina.
L’avvocato Giuseppe Arnone, con una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Comunale, a tutti i consiglieri e agli organi di giustizia, ha puntato il dito contro l’aggressione e la campagna diffamatoria ai danni della funzionaria Carola Narbone. La vicenda si intreccia con la gestione opaca dell’appalto rifiuti da 50 milioni di euro e con presunti giochi di potere all’interno dell’amministrazione Miccichè.
La denuncia: attacchi e vendette contro la Narbone
Secondo Arnone, l’assessore Carmelo Cantone avrebbe cercato di screditare la Narbone, insinuando che agisse per conto di un politico con cui avrebbe avuto una relazione sentimentale. Un’operazione che, a detta dell’avvocato, sarebbe stata un tentativo di delegittimazione della funzionaria, già oggetto di aggressioni verbali e umiliazioni pubbliche da parte dello stesso Cantone.
Ma il vero punto critico della vicenda è che, secondo quanto denunciato:
- L’amministrazione comunale e il segretario generale Maria Floresta sarebbero rimasti in silenzio, nonostante la gravità delle accuse.
- La lite furiosa tra Cantone e il presidente del Consiglio Civiltà sarebbe collegata proprio al ruolo della Narbone.
- La stessa Narbone sarebbe stata oggetto di ritorsioni amministrative, con provvedimenti ostili nei suoi confronti.
- L’auto della funzionaria è stata vandalizzata di notte, un episodio inquietante su cui la politica cittadina non ha ritenuto di intervenire pubblicamente.
L’appalto TUA SRL e il ruolo della segretaria generale
L’accusa di Arnone si allarga anche alla gestione dell’appalto rifiuti da 50 milioni di euro, con la società TUA SRL al centro di presunti imbrogli. Arnone parla apertamente di manovre illegittime per favorire il gestore, contrastate proprio dalla Narbone e da una parte del Consiglio Comunale.
Ma chi avrebbe operato per soffocare ogni opposizione? L’avvocato punta il dito contro il segretario generale Maria Floresta, definendola “l’anima nera più dannosa che opera in questo Palazzo”. Secondo le accuse, sarebbe proprio lei a pilotare vendette e azioni disciplinari per mettere a tacere la funzionaria comunale.
Le richieste al Consiglio Comunale
Arnone non si limita alla denuncia mediatica, ma chiede un intervento immediato da parte del Consiglio Comunale, sollecitando in particolare le consigliere comunali Roberta Zicari, Teresa Nobile, Valentina Cirino e tutte le altre donne dell’aula.
Tra le richieste:
- L’inserimento all’ordine del giorno della vicenda Narbone, con una discussione pubblica sul comportamento dell’assessore Cantone.
- L’acquisizione di tutti i provvedimenti emessi nei confronti della Narbone, per verificare eventuali ritorsioni.
- La verifica dell’operato del segretario generale Floresta, in relazione alle accuse di favoritismi e vendette interne.
Conclusione: un’amministrazione sotto accusa
Dopo i continui rinvii su nomine, le commissioni pilotate, le varianti urbanistiche sospette e il silenzio sulle carenze idriche, ora Palazzo San Domenico si trova di fronte a un nuovo scandalo.
L’accusa è chiara: in Comune si pilotano vendette, si tenta di mettere a tacere chi denuncia e si usano strumenti amministrativi per colpire chi non si allinea.
Ma la domanda resta: per quanto ancora il Sindaco Miccichè, il Segretario Generale e l’intero Consiglio Comunale potranno restare in silenzio davanti a questi fatti?

