Le polemiche riguardo ai presunti abusi nei lavori di Villa del Sole ad Agrigento sono tornate alla ribalta dopo la recente concessione dell’autorizzazione paesaggistica da parte della Soprintendenza dei Beni Culturali.
Secondo quanto dichiarato da diverse associazioni tra cui Codacons, Mareamico, Legambiente, il Partito Democratico e l’associazione Agrigento punto e a capo, i lavori nella villa sono stati avviati senza le autorizzazioni necessarie. Questo, nonostante l’inizio dei lavori abusivamente avviato e solo il 26 marzo è arrivata l’autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla Soprintendenza di Agrigento.
Le associazioni denunciano che l’autorizzazione paesaggistica non solo non autorizza il progetto presentato, ma richiede una completa rielaborazione, compreso lo spostamento dell’intero edificio per ridurre l’impatto ambientale e visivo.
Giuseppe Di Rosa del Codacons ha dichiarato: “Come associazioni prendiamo atto di quanto aveva detto il sindaco che ci smentiva quando dicevamo che non c’erano i permessi”.
Nino Cuffaro del Partito Democratico ha aggiunto: “Non è vero che tutte le autorizzazioni erano state concesse, non è vero che il progetto esecutivo era stato presentato”.
L’ingegnere Giuseppe Riccobene di Legambiente ha sottolineato: “Abbiamo un’autorizzazione paesaggistica che non autorizza il progetto presentato ma autorizza altro perché chiede di traslare il fabbricato e i pannelli fotovoltaici e di fare altre operazioni di restauro e di recupero del verde e delle emergenze architettoniche”.
Mario Aversa, coordinatore del gruppo Agrigento punto e a capo, ha accusato l’amministrazione comunale di aver “raccontato bugie ai cittadini”.
Claudio Lombardo di Mareamico ha concluso: “È chiaro come il Comune e la Soprintendenza ci stanno mettendo una pezza, speriamo adesso che questo progetto venga portato a termine entro i tempi previsti”.
Le associazioni chiedono ora che il sindaco Miccichè chiarisca la vicenda attraverso una conferenza stampa, ma evidenziano che l’amministrazione comunale ha fallito nel portare avanti un progetto privo di autorizzazione paesaggistica, con tempi e costi che graveranno sulle finanze pubbliche.
La situazione rimane quindi tesa, con la necessità di rielaborare completamente il progetto per conformarsi alle direttive della Soprintendenza