La Commissione per le Ricompense del Corpo di Polizia Penitenziaria, riunitasi a Roma presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ha deliberato due importanti intitolazioni che rafforzano il legame tra il Corpo e coloro che hanno sacrificato la loro vita nella lotta alla mafia. A renderlo noto è il SAPPE, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che sottolinea come le proposte siano state approvate all’unanimità.

La Scuola di San Pietro Clarenza dedicata a Paolo Borsellino

La Scuola di Polizia Penitenziaria di San Pietro Clarenza, a Catania, porterà il nome del giudice Paolo Borsellino, assassinato il 19 luglio 1992 nella strage di via D’Amelio insieme agli agenti della sua scorta.
La proposta era stata avanzata dal direttore della struttura, Claudio Mazzeo, e mira a rendere omaggio a una delle figure più iconiche e coraggiose nella storia della magistratura italiana.

Il segretario generale del SAPPE, Donato Capece, ha evidenziato come l’intitolazione rappresenti “un riconoscimento doveroso a un uomo che ha incarnato fino all’ultimo il valore del servizio allo Stato, pagando con la vita la sua dedizione nella lotta alla criminalità organizzata”.

La Cappella del Pagliarelli intitolata al Beato Pino Puglisi

A Palermo, invece, la Cappella Centrale della Casa Circondariale Pagliarelli sarà dedicata al Beato Giuseppe “Pino” Puglisi, sacerdote ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993 nel quartiere Brancaccio per il suo impegno contro il potere criminale.

L’iniziativa è nata dal Cappellano dell’istituto, Fra Luigi D’Alessandro, che ha voluto ricordare il martirio del parroco, noto per il suo straordinario coraggio nel sottrarre i giovani al controllo mafioso.

Falcone già simbolo della Scuola di Roma

Il SAPPE ricorda inoltre che la Scuola di Polizia Penitenziaria di Roma è già intitolata al giudice Giovanni Falcone.
Proprio in quella sede, dal 18 maggio 2012, è esposta — protetta da una teca di vetro — la celebre Croma bianca su cui viaggiavano Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, rimasti uccisi nell’attentato di Capaci del 23 maggio 1992.

Un simbolo che continua a ricordare, giorno dopo giorno, il sacrificio di chi ha combattuto e combatte per la legalità.

Un segnale di memoria e impegno

Le due nuove intitolazioni rappresentano un forte messaggio rivolto non solo al personale della Polizia Penitenziaria, ma a tutti i cittadini: la memoria dei martiri di mafia non è un rituale formale, ma un impegno vivo e quotidiano.

Con queste scelte, le istituzioni penitenziarie siciliane rafforzano il proprio radicamento nei valori di legalità, memoria e servizio al Paese.