LAMPEDUSA – Una vittoria importante per la legalità e il diritto alla certezza amministrativa arriva dal Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana (CGARS), che con sentenza del 21 maggio 2025 ha annullato il provvedimento con cui il Comune di Lampedusa e Linosa aveva ritirato in autotutela un permesso di costruire concesso nel lontano 2008.

Protagonista della vicenda è la Sig.ra A.E., originaria di Pantelleria e proprietaria di un terreno a Lampedusa, in contrada Cala Croce. Dopo aver ottenuto regolarmente nel 2008 un permesso di costruire per la realizzazione di una civile abitazione, si è vista recapitare nel 2014 – a distanza di oltre sei anni – una comunicazione di avvio di procedimento per l’annullamento del titolo edilizio. L’anno successivo, nel 2015, il Comune ha formalizzato l’annullamento con apposita determina dirigenziale.

Difesa dall’avv. Girolamo Rubino, la Sig.ra A.E. ha contestato il provvedimento davanti al Giudice Amministrativo, denunciandone l’illegittimità sotto due profili fondamentali: l’errore sul presunto difetto di proprietà del terreno e l’eccessivo lasso temporale intercorso tra il rilascio del permesso e il suo annullamento, in violazione dell’art. 21 nonies della legge 241/1990. Tale norma, nella formulazione all’epoca vigente, imponeva un termine massimo di 18 mesi per l’esercizio dell’autotutela.

Il CGARS ha accolto integralmente le tesi del legale, sottolineando come un’amministrazione non possa agire arbitrariamente al di fuori dei limiti temporali stabiliti dalla legge. L’annullamento a distanza di oltre sei anni è stato ritenuto “oltre un termine ragionevole”, sancendo così l’illegittimità dell’atto impugnato.

Il Comune di Lampedusa e Linosa è stato quindi condannato al pagamento delle spese legali per entrambi i gradi di giudizio.

Grazie a questa sentenza, la Sig.ra A.E. potrà finalmente considerare il proprio immobile conforme alle normative edilizie e legittimamente realizzato.

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