Agrigento – Scintille in Consiglio comunale sulla proposta di esternalizzare per trent’anni il servizio pubblico del cimitero di Piano Gatta.
Una decisione che l’amministrazione Miccichè tenta di portare avanti a soli 5 mesi dalla scadenza naturale della sindacatura, scatenando proteste, emendamenti, critiche e richiami alla normativa che impedisce ad una giunta “a fine corsa” di impegnare il futuro della città con atti irreversibili.

Il punto all’ordine del giorno è stato illustrato dall’ingegnere Avenia, che ha richiamato il quadro normativo contenuto nell’art. 42, comma 2, del D.Lgs. 267/2000, il Testo unico degli enti locali che assegna al Consiglio comunale la competenza esclusiva in materia di organizzazione, concessione ed esternalizzazione dei servizi pubblici.

La proposta prevede di affidare per decenni a un soggetto privato:
– manutenzione ordinaria e straordinaria del cimitero
– costruzione di nuovi loculi e cappelle
– gestione amministrativa e rapporti con l’utenza
– registri cimiteriali
– opere interne e infrastrutturali

Il tutto attraverso un project financing, con recupero dell’investimento tramite vendita di loculi e concessioni.


L’intervento del consigliere Simone Gramaglia: “La delibera è impropria, così non si può votare”

Tra gli interventi più netti e argomentati, quello del consigliere Simone Gramaglia, che ha richiamato con precisione il dettato normativo:

«L’articolo 42, comma 2, del Testo unico attribuisce al Consiglio comunale — e solo ad esso — la scelta della forma di gestione dei servizi pubblici. Nella proposta è inserito un riferimento improprio alla delibera di Giunta n. 57 del 3 aprile 2025, che parla di project financing. Così il testo non è votabile.»

Gramaglia ha quindi spiegato che la Giunta non può anticipare né determinare la forma di gestione — diretta, mista o esternalizzata — perché questa competenza appartiene esclusivamente al Consiglio.

Per questo, il consigliere ha presentato un emendamento abrogativo per cassare i passaggi che richiamano la delibera di Giunta:

«Abbiamo predisposto un emendamento per eliminare le parti illegittime e riportare la proposta nell’alveo della legge, affinché si possa discutere correttamente, senza forzature politiche o tecniche.»


Il nodo politico: perché decidere ora, a mandato scadente?

Il movimento civico “Tutti Insieme per una Città Normale”, guidato da Giuseppe Di Rosa, aveva già definito questa operazione:

«Una svendita senza pudore del patrimonio pubblico a fine mandato.»

Il gruppo ricorda che:
restano 5 mesi alle elezioni,
– un’amministrazione in uscita ha il dovere di limitarsi all’ordinaria amministrazione,
– un affidamento trentennale è un atto irreversibile che condiziona la prossima amministrazione e la città per decenni.

Inoltre, il movimento ha denunciato che il Comune ha circa 370 mila euro dal 2016 già vincolati per il cimitero e mai utilizzati, un dato che rende ancora più controversa l’urgenza di esternalizzare proprio ora.


Tutti Insieme per una Città Normale: “Operazione politicamente scorretta, l’atto va fermato”

Giuseppe Di Rosa, portavoce del gruppo civico, insiste:

«A cinque mesi dalla fine della sindacatura, un’amministrazione non può permettersi di impegnare la città per trent’anni. Il cimitero è un bene pubblico e deve restare tale. Questa proposta è politicamente scorretta e amministrativamente inopportuna. Continueremo a vigilare e denunciare.»

Il movimento ricorda inoltre che la loro proposta — già resa pubblica — prevede la nascita di una società speciale, “Patrimonio Agrigento”, per la gestione trasparente e moderna dei beni comunali:

«Patrimonio Agrigento nasce proprio per gestire in modo pubblico e professionale il patrimonio comunale, compresi i cimiteri e le ville. Non accetteremo che un’amministrazione al capolinea ceda ai privati ciò che appartiene agli agrigentini.»