Depositata nell’ufficio di presidenza del Consiglio comunale la mozione di sfiducia al sindaco Calogero Martello. A firmarla sono cinque consiglieri comunali, Salvatore Ersini – Gerlando Di Francesco – Antonino Traina – Melania Nuara – Carmelo Sanfilippo, ne manca un’altra per farla approdare in aula consiliare. Ecco i motivi della mozione, secondo il “coro” dei cinque presentatori: “La mozione di sfiducia al sindaco Martello non è un fuoco di paglia né un gesto propagandistico. E la conseguenza di una “gestazione” che si protrae da mesi e che adesso sfocia in un atto concreto. A ribadirlo, a poche ore dal deposito dell’atto, sono i consiglieri comunali di opposizione che rilanciano l’appello a tutto il Consiglio: “Questa non è una partita tra maggioranza e opposizione, è una scelta tra continuare nella paralisi o restituire alla città un’amministrazione che governi davvero. Per questo chiediamo a tutti di firmare”. Secondo l’opposizione, “il quadro amministrativo in cui si muove oggi il Comune è “oggettivamente critico”: atti portati all’ultimo momento, partecipazione del Consiglio ridotta al minimo, programmazione lacunosa, difficoltà nella gestione dei servizi essenziali e una distanza crescente tra Palazzo e cittadini. “In una situazione del genere – spiegano i consiglieri – il Consiglio non può far finta di niente e non può nascondersi dietro il dito della ‘fedeltà politica’. La fedeltà vera è verso la città, non verso una Giunta arrivata ormai a fine corsa”. L’obiettivo dei cinque firmatari “non è colpire il sindaco sul piano personale, ma ristabilire un principio di buona amministrazione: quando un esecutivo non condivide, non dialoga, non rispetta gli indirizzi del Consiglio e non è in grado di dare risposte tempestive ai problemi quotidiani (rifiuti, manutenzioni, servizi alle famiglie), allora il Consiglio ha non solo il diritto ma il dovere di intervenire con lo strumento più forte a sua disposizione. “La mozione di sfiducia – sottolineano – è un istituto previsto proprio per questi casi. Non è un abuso, è il rimedio”.

La “chiamata” alla firma …

Da qui la chiamata alla responsabilità anche per quanti, pur sedendo nella maggioranza, hanno più volte manifestato malumori e perplessità sulla gestione Martello. “Non basta dirlo nei corridoi o fuori dal Palazzo – dicono dall’opposizione – bisogna metterlo per iscritto e assumersene la responsabilità davanti ai cittadini. Chi ha visto che questa amministrazione è arrivata al capolinea, oggi ha l’occasione di dimostrarlo. Chi invece sceglierà di non firmare, sceglierà consapevolmente di tenere in vita un’amministrazione che non governa”. L’opposizione rimarca anche un altro passaggio politico: la città, in questi mesi, ha avuto la percezione di un Comune ripiegato su sé stesso, più impegnato a reggere i propri equilibri interni che ad affrontare i problemi della comunità. “Questo produce sfiducia – affermano – e allontana i cittadini dalle istituzioni. Voltare pagina ora significa anche mandare un segnale di serietà: il Consiglio è vivo, controlla, interviene e non permette che Porto Empedocle resti ingessata”. Il messaggio finale è diretto: “Non chiediamo un atto di ostilità, chiediamo un atto di verità. Il Consiglio dica ai cittadini se ritiene che questa amministrazione abbia ancora la forza, la credibilità e i numeri per governare. Se la risposta è no, la conseguenza naturale è la sfiducia. È l’unico modo per restituire dignità all’azione amministrativa e rimettere al centro i bisogni reali della città”. Se approdasse in consiglio, sarebbe interessante se il voto avvenisse con voto segreto. Ma questa è un’altra faccia di una vicenda politica in evoluzione.

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