Nonostante le promesse mantenute dal presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, che aveva destinato un anticipo di 10 milioni di euro per avviare il rifacimento della rete idrica di Agrigento, nulla è cambiato: i cantieri non sono mai partiti.
ATI (Assemblea Territoriale Idrica) e AICA (Azienda Idrica Comuni Agrigentini), incaricate della gestione dei fondi, sembrano aver utilizzato il finanziamento per spese amministrative e interventi in altri comuni, abbandonando Agrigento a un immobilismo imbarazzante. Come già denunciato dal Codacons e ribadito in una recente nota stampa, i fondi sono stati “polverizzati” senza portare alcun beneficio concreto alla città.
Le inefficienze locali e il silenzio istituzionale
Il presidente Schifani aveva dichiarato che quei 10 milioni sarebbero bastati per dare inizio ai lavori, ma la gestione locale si è dimostrata ancora una volta inadeguata. Il Codacons sottolinea con forza il silenzio del sindaco Franco Miccichè, che non ha preso alcuna posizione netta contro ATI e AICA. Ancora più grave è il ruolo dell’onorevole Roberto Di Mauro, sponsor politico di Miccichè, che ha contribuito all’arrivo dei fondi ma non sembra vigilare sul loro corretto utilizzo.
Mentre i finanziamenti vengono spesi altrove, Agrigento continua a soffrire una crisi idrica che si ripercuote pesantemente sulla quotidianità dei cittadini e sulla sicurezza pubblica. Emblematica è la situazione di via Acrone, dove i cedimenti strutturali attribuiti alle perdite idriche rappresentano un rischio concreto per l’incolumità pubblica.
La mancanza di trasparenza
Il Codacons ha richiesto accesso agli atti il 21 agosto 2024 per ottenere informazioni sul contratto con la ditta appaltatrice e sul verbale di consegna dei lavori, ma non ha ricevuto alcuna risposta. Alla luce di questa opacità, l’associazione ha deciso di trasferire la questione al proprio ufficio legale per ottenere i documenti dovuti per legge.
Cosa chiedono i cittadini
La comunità agrigentina, rappresentata dal Codacons, pretende chiarezza sull’impiego dei fondi, un cronoprogramma dettagliato per l’avvio dei lavori e interventi immediati per mettere in sicurezza le aree critiche della città. È intollerabile che una città che si prepara a essere Capitale Italiana della Cultura nel 2025 rimanga vittima di inefficienze e promesse non mantenute.
Conclusione:
La rete idrica di Agrigento continua a essere un simbolo di cattiva gestione e di disinteresse istituzionale. Il Codacons non intende mollare la presa e continuerà a vigilare affinché la trasparenza e l’efficienza diventino una realtà per i cittadini agrigentini.