C’erano come sempre tutti, o quasi, questa mattina in contrada Gasena. Una folla di autorità (qualcuna un pò meno autorevole delle altre), per dare la degna cornice alla commemorazione annuale ai piedi della stele in memoria del giudice Rosario Livatino. C’era il prefetto, c’erano i vertici del Tribunale di Agrigento, rappresentato dai giudici Giuseppe Miceli e Manfredi Coffari, l’arcivescovo Alessandro Damiano, c’erano i comandanti delle forze dell’ordine provinciale, alcuni sindaci, il presidente della Provincia regionale, la deputata nazionale Ida Carmina, l’assessore regionale Giusy Savarino,  gli studenti dell’orchestra “Rosario Livatino” del plesso “Dante Alighieri” di Cammarata e c’era ovviamente Enzo Gallo, in rappresentanza dell’associazione “Amici del Giudice Rosario Angelo Livatino”, protagonisti delle iniziative più importanti nel mantenimento della memoria del giudice canicattinese. Prima del momento a Gasena, si sono svolti ovviamente i riti religiosi a Canicattì, nella chiesa di San Domenico e al cimitero. Tornando nella zona della stele, c’era anche e purtroppo tanta voglia di farsi una foto davanti la stele da parte di alcuni accompagnatori di autorità, a tipo scampagnata del primo maggio, offrendo uno spettacolo francamente indecente, trattandosi di un momento comunque solenne, in memoria di un barbaro assassinio, ma tant’è. 

Nel corso della cerimonia è stato scoperto un monumento dedicato al giudice realizzato dall’artista calabrese Cosimo Allera, utile a rendere ancor più ricco il patrimonio di testimonianze erette sul posto che fino a qualche anno fa “brillava” per la sua desolazione abbandono. Un degrado che è stato certamente spazzato via dall’impegno di Mimmo Bruno e Alfonso Scanio, insieme a tutti i soci del Co.n.al.pa. (Coordinamento nazionale alberi e paesaggio) creatori del parco intitolato al Beato Rosario Livatino. Uniche assenti le corone di alloro o fiori che il Comune e la provincia regionale di Agrigento di solito hanno sempre posto sulla stele. Quest’anno evidentemente il sindaco Miccichè e il presidente Pendolino hanno dimenticato di dare mandato ai loro collaboratori di acquistare le composizioni indispensabili a dare i degni onori all’illustre martire della mafia. Sarà per l’anno prossimo. Puntuali invece le corone recapitate dal presidente della Regione e dal sindaco di Canicattì, perfino il comune di Palma di Montechiaro ha fatto pervenire una composizione floreale in onore di Livatino. Dettagli che fanno la differenza. Appuntamento all’anno prossimo, sempre ai piedi della stele in memoria del beato Livatino, martire per la giustizia, in una terra che ancora deve percorrere tanta strada per onorarne davvero la memoria, non solo il 21 settembre. 

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