Articolo di Gioacchino SCHICCHI tratto da
https://www.agrigentonotizie.it/politica/consiglio-comunale-pef-rifiuti-maggioranza.html
Per tre volte consecutive manca il numero legale sul piano economico per i rifiuti: assenti gli autonomisti
A distanza di nemmeno un mese dalla bocciatura del piano triennale delle opere pubbliche che ha portato a dichiarare pubblicamente una crisi di maggioranza, con Fratelli d’Italia pronto a “staccare la spina” se non si fosse fatto chiarezza con gli alleati meno leali, ancora una volta aula “Sollano” volta le spalle al sindaco Franco Miccichè.
Ultima convocazione, fatta con gli estremi d’urgenza, oggi pomeriggio. Ma ancora una volta, nonostante le telefonate, gli appelli, le preghiere e le “minacce” (si parla, ovviamente, solo e sempre di conseguenze politiche) l’aula è rimasta quasi deserta.
Presenti solo i consiglieri Marco Vullo, Teresa Nobile, Alessandro Sollano, Antonino Amato, Mario Fontana, Giovanni Civiltà, Ilaria Settembrino, Gerlando Piparo, Valentina Cirino, Antonino Costanza Scinta, Simone Gramaglia e Sergio Burgio. Assenti quindi tra gli altri gli autonomisti Vaccarello, Contino e Cacciatore, mentre ha trovato il suo posto tra gli scranni la consigliera della Lega Cirino, che pure era tra i firmatari di una lettera di critica all’amministrazione sottoscritta da molti proprio in occasione della precedente crisi di maggioranza. Il padre, Andrea, è un ex consigliere ed è oggi componente del Cda della fondazione “Pirandello”.
Oggi, va aggiunto, era l’ultimo giorno per votare il piano: adesso cosa accadrà? Le conseguenze sono sia dirette che indirette. Intanto il Pef è uno strumento essenziale per la redazione del bilancio, perché “giustifica” tutte le somme connesse al servizio di igiene ambientale. Predisporre la delibera da parte della giunta diventa quindi ancora più difficile, con il rischio di un commissariamento. Certamente tutte le procedure che portano poi alla redazione della tariffa Tari verranno rinviate e prolungate.
Politicamente le conseguenze sono rilevanti, con Miccichè messo davanti al fatto che ormai non può affidarsi solo ai suoi numeri fin quando non rientrerà “l’incendio”.