La riforma dei Consorzi di bonifica, attesa da anni dai lavoratori del settore, è naufragata all’Assemblea Regionale Siciliana. A far saltare l’articolo chiave del disegno di legge – compromettendone di fatto l’intero iter – è stata una parte della stessa maggioranza che sostiene il governo Schifani, che ha votato assieme alle opposizioni.
A denunciare apertamente quanto accaduto è la Democrazia Cristiana, che definisce “irresponsabile e incomprensibile” la scelta di alcuni deputati di centrodestra, con particolare riferimento agli esponenti dell’MPA, partito titolare – da ben tre anni – dell’Assessorato regionale alle Acque.
Secondo la DC, proprio l’MPA è corresponsabile della bocciatura del testo, avvenuta in Aula per quella che viene definita come una sorta di “regolamento di conti interno”, portato avanti a spese dei lavoratori.
“A tutti coloro che oggi si giustificano con argomentazioni deboli e a tratti risibili – scrive il gruppo della DC – ricordiamo che l’MPA, da anni al timone dell’assessorato competente, dovrebbe conoscere bene le gravi criticità dei Consorzi, i ritardi nella realizzazione delle reti e gli sprechi legati all’attuale sistema”.
Dalla DC arriva anche un affondo contro la “strategia dell’alibi” utilizzata dai deputati dissidenti:
“Non si può nascondersi dietro la presunta inadeguatezza di una legge che proprio loro hanno contribuito a modificare in Commissione legislativa. La verità è che hanno deciso di affossare una riforma necessaria per fini che nulla hanno a che vedere con l’interesse pubblico”.
Infine, il partito guidato da Totò Cuffaro rilancia l’impegno a far approvare una riforma dei Consorzi che sia finalmente capace di garantire stabilità e dignità ai lavoratori:
“La Sicilia ha bisogno di un sistema moderno ed efficiente, non di giochi di potere. Auspichiamo che si trovi una soluzione immediata per non perdere altro tempo prezioso”.
Il messaggio è chiaro: il tempo della politica politicante deve lasciare spazio a quello delle riforme vere, soprattutto quando in gioco c’è il futuro di migliaia di lavoratori.

