Di Rosa: “Altro che trasparenza, è un bando cucito su misura per escludere chi non si allinea”
Agrigento – È stato pubblicato sul sito ufficiale di AICA l’avviso per la ricostituzione della Consulta delle Associazioni ex art. 48 dello Statuto, dopo la clamorosa esclusione di quelle che l’avevano già composta dal 2022.
A leggere il documento, firmato dalla presidente del CdA Danila Nobile e datato 1° ottobre 2025, emergono criteri che sollevano più di una perplessità.
I requisiti “a ostacoli”
Per aderire alla Consulta, le associazioni devono presentare statuto, atto costitutivo, relazioni sulle attività svolte per la ripubblicizzazione del servizio idrico, dichiarazioni sostitutive su onorabilità, assenza di procedimenti penali e conflitti di interesse. Fin qui, nulla da eccepire.
Ma tra i requisiti spunta una condizione tanto singolare quanto problematica:
“Certificazione rilasciata dal Forum Siciliano dei Movimenti per l’Acqua e Beni Comuni Sicilia, articolazione regionale del Forum Italiano per l’Acqua”, oppure adeguata documentazione a supporto delle attività svolte.
In pratica, per partecipare alla Consulta di AICA, le associazioni del territorio dovrebbero ottenere una sorta di “nulla osta” da un soggetto esterno – il Forum siciliano – che diventerebbe così un arbitro politico-istituzionale sulla legittimità delle altre realtà associative.
Chi ha deciso i criteri?
La domanda è inevitabile: chi ha stabilito questi criteri?
L’avviso porta la firma della presidente Nobile, ma non risulta alcun atto formale dell’Assemblea dei sindaci soci di AICA che autorizzi un simile requisito. Né tantomeno si comprende perché la valutazione della legittimità delle associazioni debba essere demandata a un organismo esterno, privo di qualunque ruolo statutario, trasformato di fatto in una sorta di “ufficio notarile” delle associazioni ammesse o escluse.
Non solo: lo stesso art. 48 dello Statuto di AICA prevede che la Consulta sia un organo di ascolto, controllo e partecipazione aperto a tutte le associazioni che abbiano promosso, in passato, il percorso di ripubblicizzazione del servizio idrico. Non vi è alcun riferimento a certificazioni o benedizioni da parte del Forum.
Trasparenza o esclusione?
Eppure, nel comunicato diffuso dalla presidente Nobile, l’avviso viene presentato come “uno strumento di partecipazione e trasparenza, che apre le porte alle realtà associative del territorio per contribuire al risanamento e rilancio del servizio idrico integrato”.
Ma quale trasparenza? Quale apertura?
Un avviso che subordina l’ammissione a un nulla osta politico rischia di trasformarsi nell’ennesimo strumento di epurazione preventiva per tenere fuori le associazioni critiche verso la gestione AICA.
I documenti che smentiscono Nobile
Vale la pena ricordarlo: la Consulta era già stata istituita nel 2022 con regolare bando e con un’istruttoria sugli atti delle associazioni, e fu ratificata all’unanimità dal CdA con la delibera n. 33 del 4 maggio 2022
“Dopo ampia discussione, il C.d.A., all’unanimità dei presenti, DELIBERA (Delibera n. 33/2022): di istituire l’organo della Consulta in ottemperanza a quanto previsto dall’art. 48 dello Statuto di AICA.”
Il verbale del 6 giugno 2022
inoltre, certifica che l’istruttoria era già conclusa e che la Consulta si insediò regolarmente con tanto di presidente e vicepresidenti eletti.
Oggi, invece, si tenta di riscrivere la storia, cancellando quell’esperienza per riproporre un avviso con paletti e ostacoli che nulla hanno a che vedere con lo Statuto.
Di Rosa: “Una farsa tutta agrigentina”
Durissimo il commento di Giuseppe Di Rosa, che ha seguito sin dall’inizio la vicenda della Consulta:
“Altro che porte aperte: questo avviso è una farsa cucita su misura per escludere chi non si allinea. Se lo Statuto parla di partecipazione libera per chi ha combattuto la battaglia per l’acqua pubblica, come si può pretendere che serva la certificazione di un Forum esterno? È un paradosso che può accadere solo ad Agrigento”.

