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AGRIGENTO – Sta creando polemiche la decisione dell’Assemblea dei Sindaci di AICA, che con un atto di indirizzo del 18 settembre ha chiesto al Consiglio di Amministrazione di procedere alla verifica dei requisiti delle associazioni componenti la Consulta e di predisporre l’eventuale esclusione di quelle ritenute non conformi, con successiva riapertura del bando per nuove adesioni alla consulta

Un provvedimento che appare del tutto privo di fondamento statutario. I requisiti delle associazioni, infatti, sono stati vagliati al momento della costituzione della Consulta e hanno natura storica e permanente, senza alcuna scadenza. Non è quindi previsto che possano decadere nel tempo né che sia possibile sostituire un’associazione con un’altra, se non violando le stesse regole che ne disciplinano l’esistenza.

Lo statuto AICA non contempla la riapertura del bando né tantomeno la possibilità di procedere a un ricambio forzato delle associazioni. Da qui i dubbi sulla reale finalità dell’iniziativa, che appare più come un attacco politico che come un atto amministrativo legittimo.

La Consulta, in questi anni, è stata spesso l’unica voce indipendente capace di opporsi alle opacità gestionali e agli atti discutibili messi in campo dai sindaci e da chi ha guidato AICA. Non è un caso, sostengono fonti interne, che proprio oggi si tenti di ridimensionarne il ruolo o addirittura di azzerarla.

Il tentativo di privarla persino dell’utilizzo della carta intestata AICA, altro punto contenuto nella comunicazione ufficiale del CdA, viene letto come un ulteriore segnale di marginalizzazione.

La partita ora è tutta aperta: la Consulta ha già annunciato di voler respingere ogni tentativo di esclusione, rivendicando la piena legittimità del proprio operato e denunciando quella che viene definita una vera e propria manovra contro l’unico presidio civico rimasto a vigilare sulla gestione del servizio idrico.

Se davvero l’obiettivo è quello di cancellare o indebolire la Consulta, sarà inevitabile uno scontro politico e legale che rischia di segnare profondamente i rapporti tra AICA, le amministrazioni locali e le stesse comunità che, attraverso le associazioni, hanno fino a oggi garantito partecipazione e trasparenza.

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