Chi si è visto pignorare il conto corrente bancario anche con poche decine di euro, deve stare “tranquillo” perchè una soluzione la indica lui: il sindaco Francesco Miccichè. Chissà cosa ne pensano però gli anziani, gli indigenti, i malati che si sono visti bloccare per intero i conti correnti, a fronte di un debito magari di poche centinaia di euro per tributi non pagati. Gente che non può fare la spesa, acquistare il farmaco per la chemio terapia, eccetera eccetera. E chissà perchè al Comune si stanno muovendo solo adesso cercando di correre ai ripari, dopo avere agito come una ruspa in una cristalleria, andando a colpire fasce deboli del tessuto sociale cittadino. L’origine di questo “pasticciaccio butto” è il regolamento comunale di rateizzazione e compensazione approvato con Delibera consiliare n. 219/2019, nato al crepuscolo dell’era Firetto. Il colpo di grazia è quanto accaduto nei giorni scorsi, sull’asse comune-banche. Un agghiacciante corto circuito. La “soluzione” al dramma di centinaia di famiglie agrigentine la offre dunque il sindaco in carica, il quale non ha potuto esimersi dall’intervenire a fronte di “notizie diffuse” – si legge in una nota del proprio portavoce – relative a pignoramenti, da parte del Comune di Agrigento, sui conti correnti di cittadini per recuperare tributi non pagati.
“Comprendiamo le difficoltà delle famiglie …”
E afferma: “In queste ore vengono riportate testimonianze e segnalazioni riguardo l’attivazione di pignoramento su tributi comunali non pagati che meritano rispetto e attenzione. Comprendiamo le difficoltà di molte famiglie agrigentine e siamo consapevoli che la riscossione dei tributi, quando arriva dopo anni di silenzio o di disguidi, possa rappresentare un momento difficile. Ma è necessario distinguere tra le scelte amministrative del Comune e le modalità operative delle banche o di altri terzi pignorati”. Fin qui il sindaco, ma c’è da ricordare come il conto su cui viene accreditata una pensione o un assegno non può essere pignorato per intero. La legge prevede che il creditore possa agire solo sulla parte che eccede circa 1.600 euro. Inoltre, gli accrediti successivi possono essere pignorati solo fino ad un quinto. Per le pensioni il minimo vitale è ulteriormente protetto, pari a circa 1.070 euro mensili.
La ricetta di Miccichè, i dolori della gente …
Ma la “ricetta” del sindaco continua: “Il Comune di Agrigento, come già chiarito nei giorni scorsi, ha scelto di procedere alla riscossione diretta dei tributi non pagati, nel pieno rispetto della legge, per recuperare somme che appartengono alla collettività. Parliamo di circa 12 milioni di euro di mancati incassi risalenti al 2016, di cui solo un milione è stato finora recuperato. Per questo sono stati emessi 8.000 avvisi di pagamento, regolarmente notificati per il 95%, e solo 1.400 di questi hanno dato luogo, dopo tutte le procedure previste, all’attivazione di pignoramenti. Si tratta dunque di azioni mirate e proporzionate, non di una campagna indiscriminata. Il percorso di recupero proseguirà gradualmente per le annualità successive, nell’interesse della città e della correttezza fiscale. Tuttavia, nessuno deve essere lasciato solo nelle difficoltà. Per questo l’Amministrazione comunale: sta verificando i casi segnalati in cui i conti sarebbero stati bloccati integralmente; chiederà agli istituti di credito di attenersi rigorosamente ai limiti di legge che tutelano stipendi, pensioni e assegni di invalidità; attraverso gli uffici competenti, favorirà la sospensione temporanea o la rateizzazione nei casi di comprovata fragilità sociale”.
Gran finale tra slogan, appelli e promesse …
E ancora: “È importante ricordare che nessun pignoramento può colpire il “minimo vitale”, cioè la parte di pensione o stipendio indispensabile alla sopravvivenza; nessuna azione viene avviata senza preavviso: ogni cittadino riceve prima l’avviso di accertamento e il sollecito di pagamento; le notifiche sono tracciate e verificabili, e chi ritiene di non aver ricevuto correttamente un atto può chiedere chiarimenti e copia presso l’Ufficio Tributi. La lotta all’evasione non può e non deve trasformarsi in un dramma sociale. Il nostro obiettivo non è colpire i cittadini, ma ristabilire giustizia fiscale e garantire risorse ai servizi. Lo faremo con fermezza, ma anche con umanità. Invitiamo chi ritiene di trovarsi in una situazione di difficoltà a rivolgersi direttamente al Comune per una verifica della propria posizione e per valutare insieme le soluzioni previste dal regolamento comunale. Ci riserviamo di comunicare pubblicamente ogni canale utilizzabile per i cittadini per risolvere le problematiche sorte. Ad Agrigento si sta cercando di costruire, pur in condizioni di gravi limiti e difficoltà, un’amministrazione più equa e moderna: rigore e solidarietà devono camminare insieme. Pagare le tasse è un dovere civico fondamentale, che permette alla comunità di funzionare e garantire servizi essenziali a tutti”. Rispettare la dignità dei cittadini è anch’esso un dovere delle amministrazioni, evitando loro prima di vedersi bloccati i conti correnti e poi di dover andare “trattare” con qualche annoiato burocrate comunale, la restituzione dei propri soldi, interamente confiscati dal Comune.

