Sempre più abbandonati, passano gli anni, ma il sentimento è sempre quello. Coloro i quali risiedono in contrada San Calogero Napolitano a Porto Empedocle non si rassegnano alla condanna al degrado e a dovere sopravvivere ai confini dell'”impero”. Le decine di famiglie che per ovvi motivi transitano decine di volte dall’unica strada di collegamento tra le loro case e la strada statale 115 sono costrette a transitare da una fascia di terra devastata dalle buche, tra sterpaglie ai lati della strada che rigano le fiancate dei veicoli. Un terreno quasi lunare, tenuto conto dei crateri che si sono creati con il passare degli anni e per i mancati interventi di manutenzione stradale da parte del Comune.
Una situazione insostenibile in un paese civile

Qui, in questo lembo di territorio empedoclino, il Comune non riesce a far sentire la propria presenza come si dovrebbe, come se fosse una sorta di terra di nessuno, dove i cittadini sono chiamati a pagare le tasse, senza ottenere alcun servizio. Sul fronte della raccolta dei rifiuti abbandonati dai mascalzoni la faccenda ha assunto contorni inquietanti. Dal punto di vista della sicurezza e del comfort stradale siamo sempre a punto e a capo. Gli ammortizzatori e le carrozzerie dei veicoli sono messe a durissima prova, per non parlare della sicurezza al di sotto degli standard minimi, specie nelle ore serali. Il rischio di fracassare le sospensioni dei mezzi di trasporto o farsi davvero male cadendo è all’ordine del giorno. Ma, evidentemente, gli appelli da parte dei residenti cadono nel vuoto. C’è stato anche un imprenditore che ha avuto l’idea di realizzare un paio di campi di padel, ma molti non ci vanno più per paura di devastare le proprie auto. Una situazione insostenibile, che spinge i residenti a risollecitare il Comune a intervenire. Sempre.

