Contro la tracciabilità a tutti i costi, ecco la storia a lieto fine dell’insegnante di Canicattì

Nell’epoca in cui regna sovrana la tracciabilità a tutti i costi, quanto accaduto nelle scorse ore ci offre un briciolo di speranza. Perchè tutti devono sapere tutto di tutti. Sempre, a tuti i costi e quando qualcosa esce dai binari, fa notizia. Accade un caldo giorno di inizio estate che una donna di Favara, residente a Canicattì, di professione insegnante “osa” liberarsi dalle catene del dire cosa si fa, dove si va, con chi si sta. Osa recarsi in ospedale senza dirlo a nessuno. Per scelta, per distrazione o per chissà quale motivo a noi non interessa, sono fatti suoi, pare non avesse con essa cellulare e documenti. Un atto quasi rivoluzionario in questa epoca della tracciabilità di ognuno, a tutti i costi, anche quando si va al gabinetto. Ma per sua fortuna, alla donna c’è qualcuno che vuole bene, i parenti, i quali si sono subito attivati per chiedere alle forze dell’ordine che si cercasse, essendo scomparsa da venerdì scorso. La Prefettura di Agrigento ha dato il via libera ai mass media locali per diramare foto e informazioni utili a rintracciare la donna. Nel frattempo, sono stati sguinzagliati poliziotti e carabinieri in tutta la provincia. Un paio di costoro, dopo un banale controllo all’ospedale di Agrigento, hanno trovato la donna, comunicando immediatamente il lieto fine della vicenda. Cosa ci facesse nel nosocomio sono fatti suoi. Evviva Dio. Nel frattempo tutto il mondo sapeva della sua scomparsa, aveva imparato a conoscerla, conoscendo anche il tipo di auto che conduce ogni giorno. La collaborazione tra media e istituzioni è stata perfetta, garanzia di utilità in casi di persone scomparse. Normale quando sparisce qualcuno, ma chissà cosa avrà pensato questa donna, capace di sganciarsi per alcune ore dal mondo, per andare in ospedale per un qualsiasi motivo personale di salute. Certo, avrebbe potuto avvisare o fare avvisare, ma il genere umano la perdonerà per questa “fuga” dalla realtà, voluta, indifferibile o anomala. Un allontanamento sontuosamente umano, con dettagli ancora da capire, ma che rientra nella sfera privata della donna. Alla faccia della tracciabilità a tutti i costi.