L’ex dirigente Gaetano Di Giovanni, condannato a 4 anni e 8 mesi per corruzione, lascia i domiciliari dopo 14 mesi. Ora potrà chiedere misure alternative. Ma resta interdetto per sempre dai pubblici uffici.
Gaetano Di Giovanni, condannato per corruzione, lascia i domiciliari: ora può chiedere l’affidamento ai servizi sociali. Ma resta escluso a vita da ogni incarico pubblico
Dopo 14 mesi di detenzione complessiva, prima nel carcere di Pagliarelli a Palermo e poi agli arresti domiciliari, Gaetano Di Giovanni, l’ex dirigente condannato a 4 anni e 8 mesi per corruzione, è stato rimesso in libertà in data 30 giugno 2025. Il provvedimento è stato concesso dal Tribunale di Sorveglianza, su istanza dei suoi legali, con il riconoscimento di due mesi di abbuono per buona condotta.
La sua posizione penale non è però affatto conclusa: avendo ormai una pena residua inferiore ai 3 anni, Di Giovanni potrà presentare richiesta per ottenere una misura alternativa alla detenzione, tra cui la più probabile è l’affidamento in prova ai servizi sociali. Questo strumento, previsto dall’ordinamento penitenziario, consente al condannato di scontare la pena fuori dal carcere, svolgendo attività lavorative, di volontariato, formazione o riabilitazione, sotto il controllo dell’Uepe (Ufficio Esecuzione Penale Esterna).
Resta la condanna non ancora definitiva e l’interdizione perpetua
Tuttavia, nonostante la remissione della libertà, tutte le pene accessorie restano attive anche se non ancora definitive. Di Giovanni è infatti stato colpito da una misura particolarmente pesante:
Interdizione perpetua dai pubblici uffici,
Esclusione da qualsiasi rapporto con la pubblica amministrazione,
Perdita del diritto di elettorato passivo.
Ciò significa che non potrà mai più ricoprire incarichi pubblici, né avere rapporti contrattuali o professionali diretti o indiretti con enti pubblici o partecipate. Anche solo la consulenza esterna a strutture che lavorano con la pubblica amministrazione gli sarà legalmente preclusa a vita.
La condanna
Come già documentato da Report Sicilia (link all’articolo), la condanna inflitta a Di Giovanni per corruzione è stata pesante sia sul piano penale che morale. Secondo i giudici, avrebbe agevolato — in cambio di utilità — l’assegnazione di appalti e incarichi in favore di imprenditori compiacenti, violando i principi di imparzialità e legalità dell’amministrazione.
Oggi, mentre si prepara a richiedere l’affidamento in prova per scontare il resto della pena, resta marchiato a vita dalla sentenza, che lo esclude da ogni futuro ruolo pubblico. Una vicenda che continua a far discutere.
📌 La condanna in breve
Nome: Gaetano Di Giovanni
Reato: Corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio
Condanna definitiva: 4 anni e 8 mesi di reclusione
Pene accessorie:
Interdizione perpetua dai pubblici uffici
Esclusione definitiva da qualunque incarico o rapporto con enti pubblici
Vicenda giudiziaria: legata a un sistema di favori e assegnazioni sospette di appalti, con agevolazioni indebite a imprenditori “amici”
Carcere: inizialmente detenuto presso la Casa Circondariale di “P. Di Lorenzo di Agrigento, trasferito al Pagliarelli (Palermo), poi trasferito agli arresti domiciliari
Data remissione libertà: 30 giugno 2025, dopo 14 mesi di detenzione complessiva e 2 mesi di buona condotta
Prossimo passo possibile: richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali per scontare la pena residua
📄 Per leggere l’articolo completo sulla condanna:
👉 Leggi qui il precedente approfondimento su Report Sicilia
Report Sicilia continuerà a seguire l’eventuale richiesta di misura alternativa e ogni ulteriore sviluppo giudiziario legato al suo nome.