Si avvia verso il traguardo il processo con il rito abbreviato, in corso dal Tribunale di Palermo a carico di Gaetano Di Giovanni e altre due persone che hanno scelto di essere giudicate alla luce degli atti fin qui raccolti nell’inchiesta. L’ex comandante dei vigili urbani di Agrigento e capo di gabinetto del sindaco Francesco Micciché è accusato di corruzione. Il prossimo 19 marzo, dopo le eventuali repliche delle parti, il Gup del Tribunale palermitano emetterà la sentenza. Nel corso dell’udienza svoltasi lo scorso dicembre, il pubblico ministero aveva chiesto la condanna dell’alto dirigente agrigentino a 5 anni di carcere. Mercoledì scorso si è tenuta l’udienza nel corso della quale hanno discusso le difese degli imputati che, ovviamente, hanno evidenziato l’estraneità dei propri assistiti rispetto alle accuse loro mosse. Parte civile nel processo in corso sono il comune di Santa Elisabetta, rappresentato dall’avvocato Elisabetta Fragapane. Il Comune di Agrigento ha ritirato la propria costituzione di parte civile, dopo avere incassato 5000 euro come risarcimento da parte dello stesso Di Giovanni, assistito dall’avvocato Marcello Montalbano. L’uomo venne arrestato l’11 aprile scorso e posto ai domiciliari. Di Giovanni, 59 anni, all’epoca dirigente del distretto socio-sanitario di Agrigento, è accusato di aver favorito l’affidamento di servizi socio-assistenziali a due cooperative: Medea (per 204.051 euro) e Nido d’Argento (per 89.355 euro), non ad Agrigento. In cambio – secondo gli inquirenti – avrebbe ricevuto una tangente complessiva di 7.500 euro, suddivisa in almeno tre tranches. “Mai preso soldi da nessuno, in quei fascicoli non c’erano banconote ma solo documenti. Inoltre, in qualità di dirigente coordinatore, non avevo responsabilità sugli atti, come invece il responsabile del procedimento” ebbe a dire l’uomo, durante le dichiarazioni spontanee che gli fu concesso di effettuare, in una delle ultime udienze. Non resta dunque che attendere la sentenza, ricordando come il Comune di Agrigento in questi mesi non abbia emesso alcun provvedimento disciplinare nei confronti di Di Giovanni, decidendo anzi di ritirare la costituzione di parte civile, ritenendo congruo il risarcimento di 5.000 euro fatto dall’ex comandante della polizia municipale, oltre che vertice della piramide burocratica dell’ente comunale.
“Corruzione”, il 19 marzo la sentenza del processo a Gaetano Di Giovanni
DiFrancesco Di Mare
Mar 7, 2025

