PALERMO – 3 dicembre 2025 – Il giudice per le indagini preliminari di Palermo ha disposto gli arresti domiciliari per l’ex presidente della Regione Siciliana Salvatore Cuffaro, indagato a vario titolo – insieme ad altre 17 persone – per associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione. ANSA.it+2ANSA.it+2
Secondo la ricostruzione della Procura, Cuffaro sarebbe stato il “dominus” di un vero e proprio comitato d’affari in grado di pilotare appalti, influenzare nomine nella sanità pubblica e manipolare concorsi per l’assunzione di personale.
In particolare, l’inchiesta riguarda:
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la gara per l’“ausiliariato” bandita dall’ASP di Siracusa;
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un concorso pubblico per 15 posti a tempo indeterminato come operatori socio-sanitari presso l’azienda ospedaliera Villa Sofia‑Cervello di Palermo.
Secondo l’accusa, grazie alle pressioni di Cuffaro e dei suoi uomini la ditta vincitrice — Dussmann Service S.r.l. — avrebbe ottenuto l’appalto in cambio di vantaggi contrattuali, subappalti a ditte “amiche”, assunzioni pilotate e un aumento del volume di prestazioni.
Tra gli altri destinatari di misure cautelari ci sono:
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Roberto Colletti, ex manager di Villa Sofia, e Antonio Iacono, direttore del “Trauma Center” e presidente della commissione esaminatrice del concorso: per entrambi sono stati disposti gli arresti domiciliari.
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Vito Raso, considerato da inquirenti come il “braccio destro” di Cuffaro: per lui è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
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Altri indagati come Mauro Marchese e Marco Dammone, con obblighi di presentazione e il divieto (per un anno) di ricoprire cariche direttive nelle imprese.
L’indagine — avviata su più fronti dalla Procura di Palermo — lascia emergere uno schema sistematico di interferenze nelle procedure pubbliche: appalti sanitari, nomine, concorsi. L’obiettivo, secondo gli inquirenti, era gestire una “rete clientelare” capace di influenzare pesantemente le scelte della sanità siciliana, al fine di garantire lavoro, appalti e potere a soggetti legati all’ex governatore.
Perché è un caso chiave per la Sicilia: sanità, diritti e trasparenza
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Un “nuovo” potere negli appalti sanitari: se le accuse verranno confermate, l’inchiesta smaschera un sistema parallelo — per usare un’espressione — che avrebbe gestito nomine, concorsi e appalti nella sanità pubblica con logiche clientelari, con potenziali ripercussioni sull’efficienza e sull’equità dell’assistenza sanitaria.
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Manipolazione dei concorsi pubblici: il caso del concorso all’ospedale Villa Sofia-Cervello rappresenta una ferita profonda per il principio di pari opportunità e merito: alcune assunzioni, secondo l’accusa, sarebbero state decise in anticipo, con vantaggi riservati a candidati “segnalati”.
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Dimensione politica e istituzionale: coinvolgere un ex presidente della Regione è un fatto di portata straordinaria — la vicenda potrebbe scuotere la fiducia nelle istituzioni regionali e richiedere una revisione dei meccanismi di controllo su appalti e nomine in ambito pubblico.
Domande aperte e punti su cui vigilare: cosa chiedere nelle prossime fasi
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Qual è il livello di coinvolgimento diretto di Cuffaro nelle decisioni operative — ossia: le sue indicazioni erano direttive o suggerimenti? chi materialmente eseguiva le procedure?
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Le gare e i concorsi contestati hanno effettivamente escluso candidati “non favoriti”? Quanti posti occupati oggi sono frutto di quelle procedure?
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Saranno esaminate anche le commesse successive e l’assegnazione di subappalti collegati alla Dussmann — ovvero, l’intero ciclo degli appalti sanitari che passava da questo “comitato”?
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Ci saranno nomine di nuovi manager / commissari per garantire trasparenza immediata o sarà lasciata in carica la dirigenza attuale, aggravando il sospetto di continuità del sistema?
Perché Report Sicilia deve seguire il caso — E un appello a cittadinanza e istituzioni
Il caso Cuffaro – come emerge dall’ordinanza del gip – non è un episodio isolato di corruzione, ma la rivelazione di un meccanismo strutturato di potere, clientelismo e condizionamento degli apparati sanitari e delle procedure pubbliche.
Per questo, Report Sicilia ha il dovere di monitorare con attenzione il processo, documentare le dinamiche di assegnazione degli appalti e delle assunzioni, analizzare le conseguenze reali sulla sanità siciliana e interrogare i responsabili politici e istituzionali.
È fondamentale che i cittadini — specialmente quelli che usufruiscono del servizio sanitario pubblico — vengano informati con chiarezza e che venga garantita trasparenza su ogni passaggio.
Solo così si può sperare di ricostruire la fiducia tradita e avviare una vera discontinuità.


