“La Regione Siciliana ha speso somme di cui non aveva disponibilità”, lo afferma Pino Zingale, Procuratore regionale della Corte dei Conti, sul Bilancio 2020, nel corso della relazione di apertura dell’anno giudiziario 2024.  La mancata parifica, secondo Zingale, avrà “conseguenze negli anni successivi”.

Disavanzo di 1,6 miliardi – Le parole del Procuratore smentiscono le affermazioni ottimistiche del presidente della Regione, Renato Schifani, e del suo vicepresidente e assessore all’Economia, Marco Falcone. Falcone aveva minimizzato la situazione, suggerendo che le riserve segnate a bilancio avrebbero potuto risolvere la questione. Tuttavia, secondo i Giudici contabili, la situazione è ben diversa. La mancata parifica riguarda un disavanzo di 1,6 miliardi di euro. Da notare che il bilancio 2020 era già stato bocciato nel dicembre del 2022.

La relazione di Zingale e gli accertamenti delle spese – “E’ di pochi giorni fa, dopo che la Corte Costituzionale aveva accolto alcune censure prospettate dai giudici contabili e dichiarato incostituzionali talune norme regionali a contenuto finanziario, la pronuncia delle Sezioni Riunite con la quale è stato finalmente definito il giudizio sul rendiconto del 2020 con una decisione, fatto più unico che raro nel panorama nazionale, di non parifica, giudizio che non mancherà di avere serie conseguenze sugli esercizi successivi e che, cristallizzando una fattispecie di mala gestio delle finanze regionali – poiché appare evidente che per un certo periodo la Regione ha speso somme delle quali non aveva la giuridica disponibilità, dovendole, invece, destinare al ripiano del disavanzo – impone a questa Procura i necessari accertamenti al fine di verificare la sussistenza o meno di eventuali responsabilità amministrative connesse alla constatata artificiosa dilatazione del potere di spesa”.

Le ASP non comunicavano le denunce di danno erariale –  La Corte dei Conti si è vista “costretta ad attivarsi presso l’assessorato alla Salute affinché intervenisse” – ha evidenziato Zingale – nei confronti delle Asp e delle altre strutture sanitarie, “vigilando e richiamando l’obbligo di legge a trasmettere le denunce di danno erariale conseguenti alle condanne subite dagli enti in conseguenza di condanne al risarcimento verso terzi per episodi di errori sanitari e l’effetto è stato una fortissima impennata delle denunce nel secondo semestre del 2023, anche per vicende datate ma mai segnalate, a conferma del fatto che fino a quel momento l’obbligo di denuncia era stato, quanto meno, sottovalutato”.

Nel 2023 condanne per quasi 11 milioni di euro – Nel 2023, la Corte dei Conti ha emesso sentenze di condanna per un ammontare di 10 milioni 883mila euro. È quanto emerge dalla relazione della presidente della Corte dei Conti per la Regione siciliana, Anna Luisa Carra, nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Palermo. “Dei 108 giudizi depositati nel 2023 dalla Procura regionale 66 riguardano responsabilità contestata a titolo di dolo e 24 a titolo di colpa grave, segno che le fattispecie colpose sono già assoggettate a un vaglio rigoroso della magistratura inquirente. Se da una parte la tecnica legislativa volta a delimitare meglio i connotati dell’elemento soggettivo della colpa grave va salutata con favore, i problemi ancora aperti e sui quali dovrà confrontarsi nel prossimo futuro la giurisprudenza della corte in ordine all’applicazione del Codice dei contratti sono molteplici”. “In materia di contabilità pubblica nel corso del 2023 la sezione ha tenuto 67 udienze – aggiunge Carra, – A inizio anno erano pendenti 126 giudizi, nel corso dell’anno ne sono stati introdotti 141 e definiti 140. Per i giudizi di responsabilità amministrativa sono state emesse 77 sentenze nei confronti di 160 convenuti: quando agli esiti sono state emesse 52 sentenze di condanna, 10 di assoluzione e 15 con altra formula. L’importo delle condanne ammonta a 10.883.095 euro. In materia cautelare sono stati chiesti dalla Procura due sequestri conservativi. Il processo contabile è abbastanza celere: il tempo medio intercorrente tra la data di deposito dell’atto di citazione è quello della sentenza è di 160 giorni, mentre quello che decorre dalla data di discussione in udienza al deposito della sentenza è di 37 giorni”

“I controlli posti in essere da Agea e dalle strutture regionali si sono rivelati inefficaci a disvelare le sofisticate frodi” sui fondi pubblici – spiega la presidente Anna Luisa Carra che aggiunge “un’applicazione più avanzata delle moderne tecnologie informatiche potrebbe sicuramente consentire l’acquisizione dei dati veritieri direttamente dalle amministrazioni interessate”.

Illeciti negli enti regionali – Il procuratore Zingale ha evidenziato un persistente problema di illeciti all’interno degli enti regionali, comprese le società partecipate, che rappresentano una delle principali cause di criticità nella gestione finanziaria sia a livello regionale che locale. Questi illeciti continuano a essere oggetto di indagini e giudizi, evidenziando una situazione preoccupante per la tenuta dei conti pubblici. Inoltre, Zingale ha richiamato l’attenzione sulla necessità di creare una Sezione di controllo sugli enti regionali, simile a quella prevista per lo Stato dalla legislazione nazionale. Questa iniziativa, proposta nel 2016 dalla procura generale, mirava a garantire il rispetto dell’obbligo statutario e costituzionale, ma non ha ancora trovato attuazione nonostante uno schema legislativo approvato dal precedente governo regionale. Questo vuoto normativo rappresenta una lacuna significativa nella prevenzione e nel contrasto della cattiva gestione finanziaria e degli illeciti all’interno degli enti regionali.

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