Che cosa ha deciso la Corte dei Conti
Indagine aperta
Il 26 febbraio 2025 la Sezione di controllo della Corte dei Conti per la Regione Siciliana ha deliberato l’avvio di un’indagine sulla gestione delle risorse pubbliche destinate al programma “Agrigento Capitale italiana della Cultura 2025”.
I magistrati relatore sono Giuseppe Di Prima e Salvatore Pilato.
Bozza di referto approvata
Successivamente è stata approvata dalla Corte una bozza di referto che mette in luce carenze e mancanze nella gestione, con invito alle amministrazioni interessate a contraddire (sia documentale che orale) prima che il referto diventi definitivo.
Soggetti coinvolti
Il documento è stato trasmesso a vari enti istituzionali competenti: Comune di Agrigento, Fondazione “Agrigento 2025”, Parco Archeologico della Valle dei Templi, Soprintendenza ai Beni Culturali, Regione Sicilia, Sindaco e altri, e per conoscenza ai ministeri interessati.
Oggetto dell’esame
La Corte sta valutando:
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la regolarità amministrativo-contabile nella gestione delle risorse;
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l’adeguatezza e l’efficacia dei controlli interni;
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la congruità dei costi dei contratti rispetto agli obiettivi dichiarati;
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la misurazione dei risultati (presenze, soddisfazione, impatto turistico) delle singole iniziative.
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Cosa ha rilevato la Corte: criticità principali
Dalla bozza del referto e dalle informazioni pubbliche emergono queste criticità:
| Criticità | Dettagli |
|---|---|
| Mancanza o debolezza del sistema di controlli interni | Non ci sono evidenze che sia stato istituito un sistema robusto per verificare che le attività in corso siano coerenti con gli obiettivi strategici dell’iniziativa. |
| Assenza di verifica di congruità dei costi contrattuali | Non è chiaro come e se si stia valutando se i costi dei contratti stipulati per eventi, spettacoli, servizi culturali siano adeguati al mercato, alla qualità attesa o alla quantità di output. |
| Scarso monitoraggio dei risultati concreti delle iniziative | Non ci sono – almeno nelle evidenze finora raccolte – strumenti affidabili che misurino il successo degli eventi in termini concreti: numero di partecipanti, ritorno per il turismo, soddisfazione del pubblico o degli stakeholder. |
| Opacità / modalità procedurali deboli | Alcune segnalazioni (articoli di stampa) parlano di affidamenti diretti, festival e manifestazioni a breve scadenza, scarsa trasparenza nei bandi, gestione spavalda sotto il profilo amministrativo. |
Implicazioni e rischi
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Responsabilità contabile: se emergeranno spese non giustificate, costi non congrui o che non producono i risultati attesi, ci possono essere conseguenze per sindaci, amministratori della Fondazione, dirigenti responsabili.
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Perdita dell’efficacia dell’investimento pubblico: milioni di euro pubblici rischiano di non essere tradotti in benefici reali per la collettività (turismo, decoro urbano, infrastrutture culturalmente utili).
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Reputazione: la manifestazione “Capitale della Cultura” perde credibilità se non è accompagnata da trasparenza, controllo e misurabilità dei risultati.
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Eredità concreta per i cittadini in bilico: infrastrutture, servizi, qualità urbana — ciò che resta alla città dopo gli eventi — potrebbero essere poco o nulla se non si governa bene la spesa.
Stato attuale e prossimi passaggi
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Il contraddittorio documentale è attivo: le amministrazioni coinvolte possono presentare documenti difensivi entro una scadenza specifica.
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È prevista la possibilità di contraddittorio orale in adunanza.
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Il referto diventerà definitivo dopo questa fase; da lì in poi le conclusioni della Corte potranno dare luogo a richieste di chiarimenti, e potenzialmente ad azioni di responsabilità se le irregolarità si confermano.
Giudizio complessivo: cosa si può dedurre finora
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Si tratta di una situazione non insolita quando grandi iniziative pubbliche sono lanciate con molte promesse, molti attori, molte risorse. È significativo però che la Corte abbia individuato difetti fin dalle fasi intermedie: non alla fine, ma quando ancora il progetto è in corso.
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Il fatto che non emerga un sistema sistematico di controllo interno suggerisce che non c’era (o non è stato ancora implementato) un progetto di gestione che integrasse misurazione, verifica, trasparenza.
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Da questo punto di vista, l’iniziativa rischia di essere percepita come una serie di eventi promozionali più che come un investimento strutturato per lo sviluppo culturale e turistico a medio-lungo termine.

