La crisi finanziaria che attanaglia i Comuni siciliani si configura come una vera emergenza amministrativa ed economica. A lanciare l’allarme è il Codacons, che ha commentato i dati emersi dall’indagine-referto 2024 sulla finanza locale siciliana, condotta dalla Corte dei Conti per la Regione Sicilia. Al centro della crisi, il divario tra accertamenti e riscossioni, che nel 2023 ha portato a mancati incassi per quasi un miliardo di euro, compromettendo servizi essenziali per i cittadini.

I numeri della crisi

Secondo la Corte dei Conti, il divario tra quanto accertato e quanto effettivamente riscosso è tra i peggiori in Italia. Nel 2023, il divario ha raggiunto i 966 milioni di euro, mentre il dato pro capite delle riscossioni è passato da 298 euro nel 2021 a 312 euro nel 2022, ancora lontano dalla media nazionale di 159 euro pro capite. La Sicilia si posiziona al secondo posto, dopo il Lazio, per il peggior rapporto tra accertamenti e riscossioni.

Francesco Tanasi, Segretario Nazionale del Codacons, non usa mezzi termini: “Questi numeri sono la fotografia di un fallimento gestionale. I Comuni siciliani si privano ogni anno di risorse fondamentali per garantire infrastrutture, servizi pubblici e qualità della vita ai cittadini.”

Le conseguenze per i cittadini

La mancanza di un sistema efficiente di riscossione ricade direttamente sulla popolazione siciliana, costretta a vivere in territori con servizi al collasso e infrastrutture insufficienti. “È inaccettabile che quasi un miliardo di euro venga disperso ogni anno per inefficienza. Questi numeri non sono solo statistiche, ma rappresentano vite, diritti e opportunità perse per milioni di siciliani,” ha dichiarato Tanasi.

L’appello alla riforma

Il Codacons si unisce alla richiesta della Corte dei Conti, che individua come priorità assoluta la necessità di rendere effettive le risorse spettanti agli enti locali, come previsto dall’articolo 119 della Costituzione. Per il Codacons, è fondamentale:

  • Riformare i sistemi di accertamento e riscossione;
  • Istituire un tavolo tecnico nazionale per affrontare il problema;
  • Accertare eventuali responsabilità nelle inefficienze gestionali attraverso una denuncia già annunciata dall’associazione.

La denuncia del Codacons

Il Codacons ha inoltre comunicato l’intenzione di presentare una denuncia formale per verificare le responsabilità legate alla crisi e per sollecitare misure concrete. Tanasi sottolinea che “ogni sforzo organizzativo e gestionale deve essere orientato a colmare questo divario”, aggiungendo che è tempo di un cambiamento strutturale per garantire ai Comuni siciliani la dignità e le risorse necessarie a servire i propri cittadini.

Conclusioni

La crisi finanziaria dei Comuni siciliani rappresenta un vero e proprio campanello d’allarme. Con quasi un miliardo di euro di mancati incassi nel 2023, è evidente che l’attuale sistema gestionale è insostenibile. Il Codacons promette di fare la propria parte per garantire giustizia, trasparenza e il ripristino di un sistema efficiente, affinché i cittadini siciliani possano finalmente usufruire di servizi adeguati e vivere in territori all’altezza delle loro aspettative.

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