Ordinanza+sindacale++nr+58

La crisi idrica che da tempo affligge la Sicilia, e in particolare Agrigento, continua a peggiorare senza che siano state trovate soluzioni adeguate. Nonostante le promesse e le minacce del sindaco Francesco Miccichè durante la famosa riunione del 6 aprile scorso, alla presenza del prefetto, nulla è cambiato nella dotazione idrica del capoluogo. La situazione è ormai insostenibile e l’assenza di interventi concreti per risolvere il problema sta mettendo a dura prova la pazienza dei cittadini.

Il sindaco Miccichè, che aveva minacciato di restituire il titolo di Città della Cultura se non fossero stati presi provvedimenti urgenti, ha invece emesso ieri l’ordinanza numero 58 del 20.07.2024, autorizzando servizi fuori legge. Questa mossa, volta a tamponare temporaneamente la crisi, ha sollevato un’ondata di critiche e preoccupazioni. Autorizzare servizi illegali non solo mette a rischio la credibilità del sindaco stesso, ma certifica l’acclarata illegalità e mette a repentaglio la salute pubblica e la serenità di altre comunità.

L’ordinanza del sindaco, che autorizza degli abusivi a operare, viola le leggi dello Stato sulla tutela della salute pubblica e sulla pubblica sicurezza. Tale decisione, invece di cercare fonti di approvvigionamento idrico alternative come pozzi e fonti già in uso in passato, rappresenta un atto di disperazione che non risolve il problema alla radice.

Le comunità circostanti, i cui sindaci stanno facendo rispettare le leggi, osservano con preoccupazione quanto accade ad Agrigento. Le decisioni del sindaco Miccichè non solo mettono in pericolo la salute dei cittadini agrigentini, ma creano anche tensioni con le aree vicine che rispettano le normative vigenti.

La crisi idrica in Sicilia, aggravata dal cambiamento climatico e dalla cattiva gestione delle risorse, richiede soluzioni strutturali e a lungo termine. La politica dei rattoppi temporanei, come quella intrapresa dal sindaco Miccichè, rischia di peggiorare ulteriormente la situazione. È necessario investire in infrastrutture moderne, esplorare nuove fonti di approvvigionamento e migliorare la gestione delle risorse idriche esistenti e nell’attesa, affidarsi con immediatezza a dissalatori via mare o via terra.

Gli agrigentini meritano un’amministrazione che prenda decisioni sagge e sostenibili per garantire un futuro sicuro e prospero. Speriamo che il sindaco Miccichè torni sui suoi passi, riconoscendo che un’ordinanza non può derogare alle leggi dello Stato, e inizi a lavorare seriamente per trovare soluzioni legali e durature alla crisi idrica.

Un pensiero su “Crisi Idrica a Agrigento: Sindaco Miccichè Prende Decisioni Controverse”
  1. Il sindaco a fatto benissimo, assumendosi non poche responsabilità. In un momento di emergenza pensare di redimere i c.d. abusivi che operano indisturbati da decenni è una decisione scellerata. In questo modo si allevia la pressione su AICA che da sola non riesce a fronteggiare l’emergenza e al contempo si consente di utilizzare l’acqua non potabile per usi irrigui.

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