La Consulta, in una lettera aperta ai Sindaci dell’Area Territoriale Integrata (ATI) e all’Assemblea dei Soci dell’Agrigento Idrico Consorzio AICA, ha sollevato nuovamente le preoccupazioni riguardanti la gestione del Servizio Idrico nel territorio di Agrigento.
La lettera, indirizzata anche al Presidente dell’ATI Dott. Domenico Gueli, al Presidente dell’Assemblea dei Soci Dott. Alfonso Provvidenza, al Consiglio di Amministrazione di AICA e ai Comuni Soci di AICA, sottolinea la critica situazione che ha caratterizzato il Gestore sin dalla sua fondazione. Si evidenziano le inadempienze e i gravi ritardi nel fornire un servizio idrico adeguato, nonostante i continui richiami e le segnalazioni della Consulta.
La Consulta accusa i Sindaci di una gestione inadeguata e li invita a confrontarsi con la realtà della crisi idrica che sta affrontando l’intera comunità. La perdita di finanziamenti per progetti cruciali, come il rifacimento della rete idrica di Agrigento, e la richiesta di AICA ai Comuni soci di ripianare i debiti accumulati nei due anni precedenti, aggravano ulteriormente la situazione già precaria.
Si critica l’inerzia politica locale nel fronteggiare le questioni strutturali del Servizio Idrico, preferendo puntare il dito contro i “contestatori” anziché affrontare i problemi con serietà e trasparenza. La Consulta mette in dubbio l’efficacia delle promesse fatte da ATI e AICA, come l’installazione dei contatori, alla luce della perdita di finanziamenti e della mancanza di azioni concrete.
Infine, la Consulta si domanda se ci sia la volontà politica di affrontare la questione con la serietà e l’impegno necessari per garantire un servizio idrico pubblico efficiente e trasparente, rispettando le esigenze e i diritti dei cittadini.
La Consulta si dichiara pronta a collaborare con chiunque voglia affrontare la questione con responsabilità e impegno, nell’interesse esclusivo della gestione pubblica. Tuttavia, avverte che se non si interverrà tempestivamente per risolvere i problemi strutturali, si rischia di dover salvare i Comuni dai debiti di AICA anziché viceversa.
Firmato:
Associazioni aderenti alla Consulta:
Agrigento Punto e a Capo, Associazione Titano, A Testa Alta, Centro Studi De Gasperi, Codacons- Sede Provinciale di Agrigento, Comitato Civico Cantavenera, Ethikos Aps, Konsumer – Agrigento.
Aragona, 25/2/2024
Al Presidente di ATI dott. Domenico Gueli Al Presidente dell’Assemblea dei Soci dott. Alfonso Provvidenza al Consiglio di Amministrazione di AICA Ai Comuni Soci di AICA – loro sedi e p.c. A Sua Eccellenza il Prefetto di Agrigento dott. Filippo Romano
Oggetto: lettera aperta ai Sindaci in ATI e in AICA
Come Consulta abbiamo più volte richiamato le responsabilità politiche della crisi del Servizio Idrico e di AICA denunciando e documentando pubblicamente le inadempienze che hanno caratterizzato il Gestore fin dalla sua nascita e, soprattutto, indicando i Sindaci come i primi responsabili di una gestione inadeguata, ci siamo attirati le intemperanze di alcuni e la diffidenza di molti se non di tutti i Sindaci. La cosa è comprensibile nei riguardi della Consulta, ma ciò che non si comprende è dove sia la politica locale oggi, vista la preoccupante crisi idrica da affrontare, la notizia della perdita di almeno 30 milioni di euro di finanziamenti a valere sui progetti REACT-EU e rifacimento rete idrica di Agrigento e la richiesta, da parte di AICA ai comuni soci, di ripagare i debiti del 2021/2022.
Si direbbe che i cosidetti “contestatori” hanno sempre avuto ragione a sollevare le questioni nodali del Servizio Idrico e, una volta di più, ascoltare le voci libere e disinteressate, competenti e indipendenti, avrebbe risparmiato ad AICA e ad ATI i disastri che ogni giorno si accumulano tristemente, e ai cittadini utenti avrebbe risparmiato un servizio largamente deludente.
I fatti hanno purtroppo la testa dura e a poco o nulla servono i periodici articoli autoassolutori o propagandistici provenienti da ATI o da AICA, come la promessa di installare 121 mila contatori entro giugno, salvo scoprire oggi che quel finanziamento è perduto e bisogna accendere un cero all’altare della Regione o al Ministrero per poter recuperare soldi e progetti. Se in ATI e in AICA avessero ascoltato i “contestatori” il processo di normalizzazione delle utenze, secondo un meccanismo previsto per legge, rimasto lettera morta, sarebbe già partito da un pezzo. Ma sappiamo che questo è un argomento tabù per certa politica, quindi il risultato è che tutto deve restare fermo e che chi paga già tanto dovrà pagare di più per coprire i privilegi di pochi.
AICA CONTINUI PURE A PERDERE SOLDI, purchè non si affronti la questione della tariffa forfettaria, purchè non si tocchino i consorzi Voltano e Tre Sorgenti, purchè non si mettà in comune tutta l’acqua dell’ambito come previsto per legge, purchè non diminuisca la dipendenza da Siciliacque, purchè non si riprenda il contrasto agli abusivi e ai furti d’acqua, purchè non si affronti la questione del personale e del merito, purchè non si risolva la questione dell’Ambito Unico e i
criteri di partecipazione ai finanziamenti comunitari, purchè si continui ad aumentare la tariffa, tanto tutta la colpa è degli aumenti energetici, purchè non si tocchino gli interessi dei Comuni ancora indebitamente fuori dalla gestione di AICA.
Se in ATI e in AICA avessero ascoltato i “contestatori” non saremmo arrivati al punto di dover chiedere ai Comuni (già in condizioni finanziarie disastrose) di sborsare altri soldi per ripianare i debiti di AICA del 2021 e 2022, debiti che saranno scaricati a cascata sui cittadini, ovviamente generati dalle questioni strutturali mai risolte e mai risolvibili, conoscendo il modus operandi della nostra politica, o peggio, aspettando “la maturazione dei tempi politici” invece che il rispetto dei tempi tecnico-normativi.
Ci chiediamo se vi sia tra i Sindaci o tra i politici locali qualcuno in grado di prendersi carico con serietà della questione e di interpretare la voce dei cittadini che continuano a volere l’acqua pubblica, ma che non gradiscono affatto l’affronto di un servizio addirittura peggiore del precedente firmato Campione. Ci chiediamo se ci sia qualcuno in grado di fare autocritica e di affermare che in questi tre anni di gestione pubblica è stata adottata una strategia largamente fallimentare, dalla Consulta ampiamente documentata, che vi è urgenza di cambiare registro con la stessa compatezza con la quale oggi si evita di affrontare le grandi questioni strutturali che erodono giorno dopo giorno la sostenibilità economica del Gestore e la pazienza dei cittadini. La Consulta è da sempre a disposizione di chi con serietà voglia comprendere e affrontare la questione nell’esclusivo interesse della gestione pubblica, ma di questo passo finirà che non si dovrà salvare AICA dai Comuni, bensì si dovrà salvare i Comuni dai debiti di AICA e la soluzione è già pronta con il d.lgs 201 del dicembre 2022 il quale obbliga le Ati che hanno un Gestore interamente pubblico, a gestire veramente in maniere EFFICACE, EFFICIENTE, ed ECONOMICA oltre che rispettosa dell’Ambiente. Se questo non avviene SI DEVE, tramite bando pubblico, consentire l’ingresso dei privati E CHISSA’ CHE QUESTA NON SIA LA RAGIONE PER LA QUALE AICA E’ DESTINATA A MORIRE PER LASCIARE IL POSTO ALLA PROSSIMA PRIVATIZZAZIONE, CON BUONA PACE DI CHI COME NOI NELL’ACQUA PUBBLICA CI CREDE E SI SPENDE PER ESSA.
Associazioni aderenti alla Consulta:
Agrigento Punto e a Capo, Associazione Titano, A Testa Alta, Centro Studi De Gasperi, Codacons- Sede Provinciale di Agrigento, Comitato Civico Cantavenera, Ethikos Aps, Konsumer – Agrigento.
Per la Consulta di AICA il Presidente Alvise Gangarossa