Scene di disperazione e disagio si sono verificate questa sera attorno alle ore 23,30 ad Agrigento, dove 23 persone si sono ritrovate in fila per riempire taniche d’acqua presso l’unica fontana pubblica funzionante in città. Questo è solo l’ultimo segnale di una crisi idrica che, da mesi, sta mettendo in ginocchio la popolazione locale, senza che si intraveda una soluzione all’orizzonte.
Nonostante siano trascorsi quattro mesi dalla dichiarazione dello stato di emergenza idrica da parte del governo italiano, le promesse di intervento da parte dell’amministrazione comunale restano vane. Il Sindaco continua a sostenere di “lavorare nel silenzio”, ma per gli agrigentini questo silenzio è assordante e insostenibile. La città, già provata da una carenza cronica di acqua, è giunta ormai al limite della sopportazione.
Il Prefetto, solo recentemente, ha emesso un’ordinanza di Protezione Civile in risposta alla gravità della situazione, attribuendo ai sindaci il compito di agire come autorità locali di protezione civile. Tuttavia, nonostante questo tardivo riconoscimento dell’emergenza, poco o nulla è cambiato per i cittadini, che continuano a fronteggiare quotidianamente la mancanza di risorse idriche.
Le immagini e i video che alleghiamo a questo articolo mostrano chiaramente la situazione di disagio che gli agrigentini sono costretti a vivere: file interminabili presso l’unica fontana pubblica aperta, una scena che ricorda i periodi più bui della storia recente. Questo quadro desolante riflette non solo l’incapacità delle istituzioni locali di rispondere adeguatamente alla crisi, ma anche l’assenza di una strategia concreta per il futuro.
Il Prefetto, nella sua direttiva, ha richiamato l’attenzione sulla gravità del problema, indicando che le azioni intraprese finora dagli enti preposti, tra cui l’ATI, i gestori degli invasi e i consorzi di bonifica, non sono più sufficienti. La direttiva invita i sindaci a prendere in mano la situazione, ma la realtà mostra che, al di là delle parole, i cittadini continuano a soffrire senza risposte concrete.
La crisi idrica non sta solo prosciugando le fonti d’acqua della provincia, ma sta anche erodendo la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Con un’agricoltura in ginocchio e un servizio idrico inadeguato, la popolazione si sente abbandonata. L’attesa di piogge abbondanti, che non sembrano imminenti, non può essere l’unica speranza per un territorio che merita interventi urgenti e decisivi.
È tempo che l’amministrazione comunale esca dal silenzio e metta in atto misure concrete per alleviare la sofferenza della popolazione. L’emergenza idrica è una realtà che non può più essere ignorata, e ogni ulteriore ritardo rischia di peggiorare una situazione già critica. Gli agrigentini non possono continuare a vivere nell’incertezza, privati di un bene primario come l’acqua.
E di fontanelle a secco danpiu di 30 giorni chi se ne occupa? Solo il titolo di capitale della cultura interessa…certamente non sl comune cittadino o al piccolo imprenditore agricolo…si puo’ barattare il titolo con l’ acqua….perché non arrivano i soldi x trovare acqua, x i dissslatori….siamo in emergenza se ancora non si e’ capito!