Tre mesi fa, il sindaco di Agrigento, Franco Miccichè, aveva minacciato di restituire il titolo di “Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025” a causa della grave crisi idrica che attanagliava la città. Durante una riunione del comitato dei sindaci ATI Idrico, alla presenza del prefetto, Miccichè aveva dichiarato: “Sono pronto a restituire il titolo di ‘Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025’ se la città dovesse essere ancora irrimediabilmente attanagliata dalla crisi idrica”. Questa dichiarazione era stata rilasciata in un momento di emergenza, con il governo regionale che aveva chiesto al Consiglio dei Ministri la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per la crisi idrica in Sicilia.
Il sindaco Miccichè aveva anche affermato: “Bisogna coinvolgere il governo nazionale a sostegno di un’isola assetata e disperata. A breve incontrerò il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, che ben conosce la condizione infrastrutturale idrica della regione. Gli consegnerò un documento congiunto firmato da tutti i sindaci agrigentini affinché siano adottate misure straordinarie. Ritengo che, tra l’altro, bisogna rendere utilizzabile il bacino più ampio a nostra disposizione, ovvero il mare, e quindi il ripristino o l’installazione dei dissalatori lungo la costa, ad esempio a Porto Empedocle dove vi è già un impianto dismesso”.
Nonostante queste forti dichiarazioni e promesse, la situazione non è migliorata. Oggi, a distanza di tre mesi, nulla è cambiato: l’acqua nelle case degli agrigentini continua ad arrivare a gocce, compromettendo gravemente la stagione turistica.
Il Codacons si chiede: sindaco Miccichè, cosa intende fare adesso? Perché non passa dalle minacce ai fatti? La popolazione di Agrigento è stanca di promesse non mantenute e di disagi continui. La crisi idrica richiede interventi concreti e immediati.
Il Codacons sollecita il sindaco Miccichè a mantenere le sue promesse, adottando misure urgenti per risolvere la crisi. Cosa aspettate a fare arrivare la nave dissalatore o i dissalatori con l’intervento dell’esercito e della protezione civile nazionale? È necessario coinvolgere le autorità nazionali e regionali, attuare il ripristino dei dissalatori e cercare soluzioni innovative per garantire l’approvvigionamento idrico alla città entro pochi giorni, “sindaco sono passati 3 mesi, in 3 mesi si doveva risolvere il problema e noi siamo ancora nel bel mezzo del problema”.
Il tempo delle parole è finito, è ora di passare ai fatti.
Proprio ora, sul più bello, dovrebbe consegnare il titolo o dimettersi?
Chi ci nni futti da crisi idrica!
Putemu fetiri tutti!
Mica lui è nato in collegio….
Non c’e’ bisogno di dissalatori e di spendere miliardi: l’acqua c’e’ in tutto il sotto suolo di agrigento Basta prenderla ma siccome se non si spendono miliardi non si fa nulla, possiamo rassegnarci.