La crisi idrica ad Agrigento continua a mietere vittime tra le fasce più deboli della popolazione, e questa volta ha colpito duramente anche la mensa serale della Caritas, la Locanda di Maria. Un cartello apposto sulla porta, datato 26 ottobre 2024, annuncia la chiusura temporanea della struttura per mancanza di acqua. La Locanda, che ogni giorno offre un pasto caldo a chi è in difficoltà, ha dovuto interrompere il servizio per mancanza di una risorsa essenziale, sperando di poter riaprire già da lunedì.

Questo episodio è l’ennesima testimonianza di come la distribuzione idrica ad Agrigento sia profondamente iniqua e colpisca soprattutto i più bisognosi. La situazione è ancora più amara se si considera che alcuni quartieri, dove risiede l’alta borghesia agrigentina, non subiscono quasi mai interruzioni dell’approvvigionamento idrico. La città sembra divisa in due, con un’Agrigento di serie A, dove l’acqua scorre costantemente, e una di serie D, che deve fare i conti con turnazioni esasperate e razionamenti che mettono in ginocchio famiglie e servizi essenziali.

La Locanda di Maria non è solo una mensa; rappresenta un punto di riferimento per chi vive in condizioni di estrema difficoltà, offrendo sostegno e dignità. La chiusura temporanea della struttura evidenzia come il problema dell’acqua non sia solo una questione logistica, ma anche una questione sociale e morale, che rischia di amplificare le disuguaglianze.

Questa situazione solleva gravi interrogativi sulla gestione delle risorse idriche da parte delle autorità locali e regionali, che sembrano incapaci di garantire una distribuzione equa per tutti i cittadini, indipendentemente dal quartiere in cui vivono o dal loro status sociale.

Agrigento si ritrova così a fare i conti con una crisi che va oltre la mancanza di acqua: è una crisi di giustizia sociale, dove le promesse di equità e attenzione verso le fasce deboli, fatte in campagna elettorale, appaiono sempre più vuote.

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