Ribera, 16 novembre 2024 – Si è svolto ieri pomeriggio a Ribera un incontro pubblico di grande partecipazione per affrontare la crisi idrica che attanaglia la Sicilia centromeridionale. L’evento, promosso dalle associazioni “Fianco a fianco” e “Il rumore delle idee”, ha visto la presenza di rappresentanti di associazioni, personalità politiche e istituzionali, agricoltori, imprenditori e numerosi cittadini provenienti non solo dalla provincia di Agrigento, ma anche da quelle di Trapani, Caltanissetta ed Enna, tutte duramente colpite dalla cronica carenza idrica.

Il cuore del problema: inefficienze storiche e attuali

Durante il dibattito è emersa con forza la storica incapacità della Regione Siciliana e degli enti locali di prevedere e gestire adeguatamente le crisi idriche, unite alle inefficienze che continuano a caratterizzare la gestione del servizio idrico integrato. I partecipanti hanno sottolineato come queste problematiche, sebbene conosciute da tempo, non abbiano mai trovato soluzioni concrete ed efficaci.

La “Carta di Ribera”: una risposta collettiva

L’incontro ha avuto un taglio propositivo, con la presentazione di studi e dossier elaborati da esperti, che confluiranno in un documento condiviso, denominato “Carta di Ribera”. Questo documento, ancora in fase di elaborazione, rappresenterà una piattaforma di proposte concrete per affrontare sia l’emergenza immediata sia le soluzioni a medio e lungo termine per contrastare la crisi idrica.

Le associazioni organizzatrici hanno invitato le realtà agrigentine, protagoniste negli ultimi mesi di proteste, sit-in e iniziative di sensibilizzazione, a contribuire con le loro esperienze e proposte. In particolare, è stato dato spazio all’intervento di Giuseppe Riccobene, che ha evidenziato le criticità del servizio idrico integrato in provincia di Agrigento, gestito da AICA, sottolineandone le ambiguità, le illegittimità e l’inefficienza.

Azioni concrete: dalla class action alle mobilitazioni collettive

Le associazioni agrigentine e quelle delle province limitrofe non intendono fermarsi. Tra le prossime iniziative annunciate, spicca una class action contro AICA, rivolta agli utenti del servizio idrico, per chiedere trasparenza e una gestione più efficiente. Contestualmente, è prevista l’adesione ad azioni collettive a livello regionale, coinvolgendo cittadini, agricoltori e imprese in una mobilitazione che punta a portare le istanze del territorio all’attenzione delle istituzioni regionali e nazionali.

Un appello alla Regione e agli enti locali

Dall’incontro di Ribera è emerso un appello unanime rivolto alle istituzioni: servono interventi immediati per affrontare la crisi, garantendo soluzioni a breve termine, come l’utilizzo di dissalatori mobili, e progettualità a lungo termine per una gestione sostenibile della risorsa idrica. È stata inoltre ribadita la necessità di riformare il sistema idrico integrato, oggi lontano dalle aspettative di efficienza ed economicità che i cittadini si erano prefissati con la ripubblicizzazione dell’acqua.

La sfida della ripubblicizzazione: efficienza e legalità

La ripubblicizzazione del servizio idrico, che doveva rappresentare una svolta per la gestione dell’acqua come bene comune, si è invece tradotta, secondo molti intervenuti, in un’occasione mancata. Ambiguità e inefficienze continuano a caratterizzare il sistema, penalizzando cittadini e imprese in un momento di grave emergenza.

Conclusioni

La crisi idrica non è solo una sfida ambientale, ma un problema che tocca direttamente la qualità della vita, l’agricoltura e lo sviluppo economico della Sicilia centromeridionale. L’incontro di Ribera ha rappresentato un importante passo avanti nella costruzione di un fronte comune, capace di proporre soluzioni concrete e di mobilitare la società civile in difesa di un diritto fondamentale: l’accesso all’acqua.

Agrigento, Trapani, Caltanissetta, Enna e Ribera: l’unione di questi territori colpiti dalla siccità potrebbe essere la chiave per ottenere finalmente un cambiamento significativo nella gestione della risorsa idrica.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *