Un passo avanti concreto contro l’emergenza idrica che sta mettendo in ginocchio la Sicilia. Dopo mesi di attesa e tensioni crescenti, sono stati consegnati i primi tre dissalatori mobili destinati ai siti strategici di Porto Empedocle, Gela e Trapani, località tra le più colpite dalla siccità.
A comunicarlo è la Regione Siciliana, che annuncia con soddisfazione l’arrivo di impianti tecnologicamente avanzati, realizzati in tempi record – appena 120 giorni – grazie a una collaborazione tra Regione, il Commissario per la Siccità, Siciliacque e la società Acciona Agua.
Gli impianti, che utilizzano sistemi sostenibili di dissalazione, sono in grado di produrre complessivamente 96 litri di acqua potabile al secondo, un contributo fondamentale per alleviare la crisi nelle aree in cui l’approvvigionamento è ormai al limite del collasso.
🔹 I dettagli dell’intervento:
Porto Empedocle e Gela hanno già ricevuto i moduli;
Trapani li riceverà entro domani;
È in fase di avvio anche il revamping dell’impianto fisso di Porto Empedocle, per incrementarne la capacità e l’efficienza.
💧Un investimento da 100 milioni di euro
Il progetto fa parte di un piano di emergenza da oltre 100 milioni di euro, inserito all’interno di un più ampio programma strutturale che prevede più di 200 interventi su tutto il territorio siciliano: perforazioni di nuovi pozzi, recupero di sorgenti, potenziamento degli acquedotti, efficientamento delle reti idriche e modernizzazione degli impianti.
“Non è questa l’unica soluzione – precisa la Regione – ma è una delle azioni strategiche messe in campo con una visione a lungo termine, per costruire un sistema idrico resiliente, autonomo e sicuro.”
🚨 Una risposta alle proteste
La notizia arriva dopo mesi di denunce e manifestazioni da parte di cittadini, associazioni e movimenti civici – tra cui Mani Libere, Giuseppe Di Rosa, #VogliamoLacqua, Agrigento Punto e a Capo ed altre – che hanno sollecitato soluzioni immediate e concrete contro una crisi che ha lasciato intere città senz’acqua.
L’arrivo dei dissalatori è un segnale positivo, ma non basta. Il sistema idrico regionale resta fragile e disseminato di criticità: reti colabrodo, cattiva gestione, mancato utilizzo di fonti già disponibili come “Acqua Amara” e “Panitteri” ad Agrigento.
🔍 Conclusione
Il cammino è tracciato, ma resta molto da fare. I dissalatori rappresentano solo una tappa in un percorso che richiede trasparenza, controllo dei fondi pubblici, e soprattutto ascolto del territorio. La vera sfida è garantire acqua a tutti, sempre, e non solo in fase emergenziale.
Per ora, a Porto Empedocle, Gela e Trapani, si può finalmente tirare un primo, piccolo sospiro di sollievo.