Legambiente critica i 420mila euro destinati a Palma per le fonti idriche: “Comune inadempiente verso AICA, Regione ignora le regole”.
Crisi idrica, Legambiente attacca i fondi a Palma di Montechiaro
Il Circolo Rabat di Legambiente Agrigento, con il presidente Daniele Gucciardo e il dirigente Giuseppe Riccobene, interviene duramente sulla notizia dei recenti finanziamenti destinati al Comune di Palma di Montechiaro per la manutenzione delle fonti idriche.
Secondo quanto riportato dallo stesso sindaco palmese sui propri canali social, sono stati attivati cinque cantieri per un importo complessivo di oltre 420mila euro, fondi concessi dal Commissario Delegato per l’emergenza idrica.
“È gravemente errato – afferma Legambiente – che la Regione Sicilia disponga finanziamenti a favore del Comune di Palma di Montechiaro, ignorando gli obblighi di legge in tema di unicità dell’ambito. Dopo aver partecipato alla costituzione di AICA, il Comune per oltre quattro anni ha omesso di consegnare al gestore unico fonti, reti, impianti e utenze. La Regione e i suoi assessorati avrebbero dovuto controllare e intimare la consegna, ma non lo hanno fatto. Oggi addirittura indicano Palma come soggetto attuatore di interventi da realizzare con fondi pubblici”.
L’associazione ambientalista evidenzia come tale comportamento abbia arrecato un grave danno agli altri Comuni che, al contrario, hanno rispettato le regole. Anche AICA, secondo Legambiente, avrebbe dovuto diffidare formalmente Palma per ottenere la consegna delle infrastrutture, evitando così l’attuale crisi finanziaria aggravata dal mancato pagamento delle forniture idriche prelevate dal Comune palmese e distribuite ai suoi cittadini.
L’inerzia dell’ATI e l’appello alle Istituzioni
Nel mirino anche l’ATI (Assemblea Territoriale Idrica), definita da Legambiente “gravemente inefficace” per non aver esercitato il ruolo di controllo che la legge le assegna.
L’associazione ribadisce la fiducia e il sostegno all’unico organismo che, fin dal suo insediamento, ha operato con competenza: la Consulta delle Associazioni presso AICA, che da tempo richiama al rispetto delle norme e all’unicità dell’ambito, senza però essere ascoltata.
“Rivolgiamo un appello – aggiungono Gucciardo e Riccobene – a Prefettura, Procura della Repubblica e Corte dei Conti affinché venga ripristinata la legalità nel settore idrico, troppo spesso dominato da logiche feudali e arbitrarie. Occorre rispetto delle regole, equità e buon senso per i cittadini e per le future generazioni”.
Legambiente: ripristinare regole e buon senso
Legambiente Sicilia, che già durante il primo Forum Acqua di Agrigento aveva denunciato inadempienze e inefficienze, conferma il proprio impegno per chiedere un sistema idrico trasparente, basato su regole certe, buona tecnica e buone prassi.
La crisi idrica che sta colpendo la provincia di Agrigento, conclude l’associazione, non può essere affrontata “premiando chi ha violato la legge e penalizzando chi ha rispettato le regole”.

