Mentre il popolo soffre la sete, la politica continua a litigare. Questo è il desolante quadro che emerge dalla recente Assemblea Territoriale Idrica (ATI) di Agrigento, convocata ieri dal presidente Giovanni Cirillo, su richiesta unanime di tutti i sindaci della provincia.
Al termine dell’incontro, i sindaci hanno rilasciato una nota stampa in cui esprimono tutto il loro disappunto per le modalità e le procedure adottate nel corso dell’incontro del 14 agosto scorso, criticando apertamente la gestione della crisi idrica da parte della Protezione Civile regionale e della Regione Siciliana.
“I sindaci dell’Ati di Agrigento non accettano strumentalizzazioni e scarichi di responsabilità,” si legge nella nota. “Non ci stiamo ad addossarci le responsabilità su scelte e decisioni prese da altri, e specificatamente da chi istituzionalmente è stato individuato ad occuparsi del problema.”
Nonostante l’apparente intento di mantenere uno “spirito di collaborazione” con la cabina di regia istituita per affrontare la crisi, i sindaci hanno ribadito la necessità di un ulteriore incontro per fare il punto della situazione sulle attività svolte finora e sulle prossime azioni da intraprendere.
Quello che emerge da questa situazione è un quadro desolante di conflitti interni che rischiano di aggravare una già grave emergenza. Mentre le istituzioni si rimpallano le responsabilità, i cittadini continuano a soffrire le drammatiche conseguenze della crisi idrica. Il “tutti contro tutti” della politica sta facendo solo del male al popolo, che ormai si sente abbandonato e tradito dalle stesse figure che dovrebbero garantire il suo benessere.
In un contesto in cui la sete si fa sempre più pressante, quello che la cittadinanza agrigentina si aspetta non sono certo recriminazioni, ma soluzioni concrete e immediate. L’auspicio è che questo nuovo incontro possa finalmente segnare una svolta nella gestione della crisi, ma i precedenti non fanno ben sperare.
Intanto, la situazione continua a peggiorare, e la fiducia dei cittadini nelle istituzioni è ai minimi storici. Mai come ora, la politica deve dimostrare di essere all’altezza delle sfide, mettendo da parte gli interessi di parte e lavorando unita per il bene comune. Altrimenti, il rischio è che questa crisi diventi non solo idrica, ma anche di fiducia e di rappresentanza.