L’editore di Report Sicilia, Giuseppe Di Rosa, commenta con ammirazione il duro post del suo amico d’infanzia Giugiù Di Falco, che denuncia lo scandalo dei fondi per Agrigento Capitale della Cultura 2025. “Questa volta non si può far finta di nulla: vogliamo verità e conseguenze”.

Questa volta, chi ha scritto un pensiero sulla propria pagina Facebook merita tutta la mia attenzione, tutta la mia stima e un abbraccio da amico d’infanzia.

Parlo di Giugiù Di Falco, che oltre ad aver avuto il merito – più unico che raro – di presentarmi anni fa una delle donne più belle d’Italia, Manuela Arcuri (che in quel periodo era il sogno dichiarato di tre quarti della popolazione maschile mondiale), oggi ha avuto anche il coraggio di scrivere nero su bianco quello che tanti pensano e pochi dicono.

Il suo post è un grido di verità, potente, documentato, indignato. E per questo lo faccio mio. Perché l’Agrigento che oggi si proclama “Capitale della Cultura 2025” è in realtà lo specchio di uno dei più gravi fallimenti amministrativi, morali e politici degli ultimi trent’anni.

Ecco il punto: 12 milioni di euro destinati alla cultura, spesi – o meglio dispersi – tra affidamenti diretti, eventi indegni e associazioni finto-no-profit, tutto con la benedizione silenziosa di chi avrebbe dovuto vigilare e invece si è seduto al banchetto. La Corte dei Conti, convocata per domani 16 luglio, ha oggi il dovere di fare ciò che per troppo tempo non è stato fatto: accertare, denunciare, colpire.

Giugiù scrive di:

  • Affidamenti senza trasparenza, assegnati via telefono, per amicizia o per convenienza politica.

  • Spettacoli pagati 4-5 volte il loro valore reale, con qualità indecorosa.

  • Conflitti d’interesse sotto il sole, tra politici, parenti e funzionari.

  • Associazioni culturali create ad hoc per accedere a fondi pubblici, spesso guidate da dipendenti pubblici o prestanome.

  • Eventi istituzionalizzati ad arte, sempre agli stessi soggetti, da decenni.

  • E, soprattutto, esclusioni pilotate: operatori culturali onesti e competenti lasciati fuori perché scomodi o “non allineati”.

Questo sistema non è cultura. È un meccanismo clientelare, mafioso, marcio. È danno erariale. È abuso di potere.

E lo diciamo oggi, davanti a una cifra che non è solo uno scandalo: 12 milioni di euro sono uno schiaffo alla miseria che vivono i cittadini agrigentini, senza acqua, senza servizi, senza futuro. Sono la misura del divario tra la città reale e quella da cartolina che si vuole vendere al mondo.

Noi di Report Sicilia, insieme a tanti altri, denunciamo da anni questo sistema. Le inchieste, gli approfondimenti, le segnalazioni raccolte non si contano più. Ma finché nessuno paga, questa resta una democrazia sospesa, un gioco truccato, un teatro dell’assurdo.

Giugiù ha fatto ciò che ogni cittadino libero dovrebbe fare: ha rotto il silenzio.
Adesso tocca alla Corte dei Conti, alla magistratura, alla stampa indipendente, e a quella politica che ancora ha un minimo di dignità, se ne è rimasta.

Noi ci siamo. E questa volta, vogliamo toccare la giustizia con mano.

— Giuseppe Di Rosa
Editore Report Sicilia


🔗 Leggi il post originale di Giugiù Di Falco (se disponibile)
🔎 Segui le nostre inchieste su Agrigento Capitale della Cultura 2025 su www.reportsicilia.it

Autore