La conferenza stampa di presentazione del programma per Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 è stata segnata da due assenze clamorose: il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, e il Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani. Entrambi erano a Roma, lasciando un vuoto istituzionale che ha scatenato polemiche. A sottolineare questa grave mancanza è stato Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera, che ha criticato apertamente l’atteggiamento di disinteresse dimostrato dai vertici nazionali e regionali.
Le accuse di Faraone
“Il 31 marzo 2023 Agrigento è stata indicata dal Ministero come Capitale della Cultura 2025, non ieri. Da allora, il governo nazionale e quello regionale non si sono minimamente occupati dell’organizzazione dell’evento,” ha dichiarato Faraone. “Hanno lasciato che si accumulassero un disastro dopo l’altro. Ora, di fronte al disfacimento, decidono di prendere le distanze non partecipando alla conferenza stampa, a pochi giorni dalla visita del Presidente della Repubblica.”
Un disastro annunciato?
Faraone ha evidenziato come l’assenza di un coinvolgimento attivo da parte del Governo e della Regione abbia contribuito al caos organizzativo. “Se il Sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, e gli organizzatori hanno responsabilità precise, Schifani e il governo nazionale sono altrettanto responsabili del disastro,” ha aggiunto, sottolineando l’urgenza di un intervento per salvare il prestigioso evento culturale.
Un progetto in difficoltà
Dal momento della sua nomina, Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 ha affrontato una serie di ostacoli che ne hanno compromesso la credibilità e l’efficacia. La mancanza di una pianificazione strategica, la frammentazione del programma e il ritardo nell’attuazione delle infrastrutture promesse hanno alimentato dubbi sulla capacità di Agrigento di sfruttare appieno questa opportunità.
L’appello per un intervento immediato
“Si ponga rimedio urgentemente, Agrigento non merita tutto questo,” ha concluso Faraone, invitando le istituzioni a collaborare per salvare l’immagine e il futuro della città, che rappresenta una delle mete culturali più importanti del Mediterraneo.
Report Sicilia continuerà a seguire da vicino l’evoluzione degli eventi, monitorando le risposte delle istituzioni e le eventuali azioni correttive intraprese.

