Naro – Quando nel 2024 fu lanciato il progetto civico Magica Naro, le promesse dell’amministrazione guidata da Milco Dalacchi sembravano nette: taglio alle logiche consociative, riequilibrio finanziario, sviluppo partecipato, trasparenza. La squadra originaria, composta da giovani professionisti, puntava a trasformare la città in un laboratorio di cambiamento positivo, con attenzione ai cittadini, al patrimonio e ai servizi.

Dal sogno alle tensioni

Nel giro di poche settimane, però, il quadro è mutato drasticamente: si susseguono dimissioni eccellenti (aria di crisi nella giunta, dal vicesindaco agli assessori), il TAR ribalta l’esito elettorale, e il bilancio di riequilibrio è approvato con parere tecnico negativo. Una serie di avvenimenti destabilizzanti che hanno eroso la credibilità del progetto civico inaugurale Canicatti Web.

Il post che parla senza parlare

Fra i simboli di questa crisi appare un post su Facebook: “Le mani sulla città”, titolo evocativo richiamo libero al film-denuncia di Francesco Rosi. Con poche parole, senza spiegazioni, il post apre più interrogativi di quanti ne chiarisca: un grido di allarme o un’alternativa alla trasparenza promossa a inizio mandato? I commenti dei cittadini lo descrivono come documento criptico, quasi un boomerang comunicativo 

Sullo sfondo: un possibile condizionamento politico?

Ma l’aspetto più grave non emerge nella cronaca ma nel retroterra delle dinamiche politiche locali. Da più parti si parla di un avvicinamento del sindaco alle posizioni dell’onorevole Roberto Di Mauro, già indagato nell’ambito di inchieste su corruzione e appalti 
Alcuni sostengono che questo avvicinamento non sia frutto del dopo-elezioni, bensì parte di un disegno preordinato.

A gettare ulteriore ombra sulle alleanze, si fa notare che il fratello del segretario particolare del deputato agrigentino Giovanni Campagna – noto amico di lunga data del primo cittadino Dalacchi – sarebbe inserito in un redunion politico con il sindaco. Un intreccio che alimenta il sospetto di relazioni fatte di equilibri familiari e compromessi reciproci, più che di vision politica 

Questa vicenda dipinge il ritratto di un cantiere politico in travaglio, dove le promesse legate alla partecipazione e rinnovamento si scontrano con vecchie logiche che non si disperdono all’alba di un progetto “nuovo”.
Lo scenario di Naro ci parla di una stagione politica nata sotto il segno della rottura, ma adesso segnata da tensioni, enigmi, e forse manovre preelettorali non trasparenti.
Dopo mesi di aspettative, la domanda vera resta: chi tira le fila dei destini della città? Se davvero “le mani” stanno diventando visibili, serve un esercizio di chiarezza e responsabilità — non titoli criptici e silenzi.