Assuefazione. Chi segue la politica siciliana questo rischia, specie in materia di disavventure giudiziarie dei propri rappresentanti. Salvatore Cuffaro e tutti i suoi amici o (presunti tali) sono attualmente crocifissi, in attesa di sapere se dovranno andare in carcere, ai domiciliari o al confino. Il Gip si pronuncerà a breve. L’opinione pubblica è indignata, alcuni sono fatalisti, evidenziando come certe dinamiche clientelari in Sicilia siano all’ordine del giorno, da sempre. E senza colori politici. Non passa giorno che i retroscena dell’indagine non vengano pubblicati – giustamente – dai mass media, impegnati a raccontare un sistema di potere che tutti conoscevano, ma che la Procura della Repubblica di Palermo ha deciso di disarticolare, proponendo al Tribunale del capoluogo siciliana di arrestare i presunti componenti dello stesso sistema. Questa mattina, un’altra notizia ha minato il già precario equilibrio della politica siciliana, colpendo direttamente la giunta del presidente Renato Schifani. Il giudice Walter Turturici ha infatti fissato l’udienza preliminare, il 13 gennaio, dopo la richiesta della Procura di Palermo del rinvio a giudizio per corruzione dell’assessore regionale al turismo Elvira Amata (FdI) e dell’imprenditrice Marcella Cannariato. Secondo i pm, Amata si sarebbe fatta promettere e dare da Caterina Cannariato (legale rappresentante della A&C Broker S.r.l.) le utilità consistenti “nella assunzione (dal 26 settembre 2023 al mese di marzo 2024) nella A&C Broker S.r.l. del nipote Tommaso Paolucci e nel pagamento delle spese per l’alloggio di quest’ultimo nella struttura ricettiva denominata “Leone Suite B&B” di Palermo nel periodo settembre 2023 – marzo 2024 (per complessivi 4.590,90 euro oltre iva)”.

Tempi duri per la giunta regionale, ma …

Questo – secondo l’accusa – in cambio del decreto assessoriale con il quale Amata “individuava la manifestazione promossa dalla fondazione Marisa Bellisario (di cui Cannariato era rappresentante regionale) denominata “XXIII ed. Donna, Economia e Potere”, ai fini della concessione di un finanziamento pubblico di 30.000 euro”. Questa “bomba” è esplosa dopo il “cratere” lasciato dalla vicenda di Cuffaro. Nei giorni scorsi il presidente Schifani era stato molto chiaro nell’evidenziare come l’attività del suo governo fosse improntata verso la legalità, ancora di più – guarda caso – dopo il caso Cuffaro, “licenziando” gli assessori della DC. Oppositori del governo in carica ha chiesto al governatore di rimuovere Amata, come fatto per i democristiani. Sul fronte dell’opinione pubblica però tutto pare stia passando sotto silenzio o quasi, nessuna sollevazione di commenti o prese di posizione. Come se tutto fosse normale, ormai. Una sorta di assuefazione ai guai giudiziari di chi amministra la cosa pubblica. I guai di Cuffaro, forse, fanno evidentemente più clamore. Nessuno auspica la gogna mediatica per nessuno, Amata – come l’imprenditrice coinvolte nella vicenda che la riguarda – avrà tempo e modo per chiarire la propria posizione, trattandosi tra l’altro “solo” della richiesta di rinvio a giudizio che sarà al vaglio del Gup. Resta una considerazione: queste vicende allontanano sempre più la gente dalla politica con la P maiuscola. 

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