AGRIGENTO – Dopo le dure osservazioni della famiglia del compianto Prof. Ernesto De Miro, archeologo di fama internazionale e cittadino onorario di Agrigento, arriva il tentativo del sindaco Francesco Miccichè di rimediare al silenzio istituzionale che ha accompagnato la scomparsa dello studioso.
Le figlie, Antonella e Armida, avevano espresso pubblicamente il loro turbamento per la totale assenza di un segno di cordoglio da parte del primo cittadino, nonostante il legame fortissimo del padre con la Valle dei Templi e con la città che ha contribuito a rendere famosa nel mondo.
Solo adesso, a distanza di giorni, il sindaco Miccichè diffonde una nota nella quale afferma:
«La città di Agrigento e la mia persona portano un profondo rispetto per la memoria del Professore […]. Non vi è stata né dimenticanza né mancanza di considerazione. L’Amministrazione comunale sta valutando forme adeguate e durature di ricordo e riconoscimento, che vadano oltre il semplice comunicato di circostanza».
Un tentativo di recuperare credibilità che, tuttavia, appare tardivo. La famiglia De Miro non aveva chiesto celebrazioni o monumenti, ma semplicemente un segno di partecipazione al dolore, un gesto immediato e naturale di vicinanza, che ogni istituzione dovrebbe garantire a chi ha dato lustro alla città.
Il contrasto tra le parole di Miccichè e la denuncia delle figlie resta evidente: da un lato l’assenza di un pubblico cordoglio che ha fatto rumore, dall’altro la promessa di future iniziative commemorative, che sanno però di “pezza” messa a posteriori per coprire una dimenticanza che ha colpito profondamente la comunità scientifica e civile.
In una città che è Capitale Italiana della Cultura dal 1° gennaio 2025, l’episodio suona come un ennesimo segnale di distacco tra l’amministrazione comunale e la memoria storica e culturale di Agrigento. Il mancato cordoglio non è stato percepito solo come un’offesa dalla famiglia, ma anche da gran parte del mondo culturale che stimava De Miro, rafforzando la sensazione che la città abbia perso un’occasione per mostrare gratitudine e rispetto.