Debiti dei Comuni verso AICA: milioni di euro da recuperare
AICA e i debiti esigibili dei Comuni: ora scattano i decreti ingiuntivi
Agrigento – La situazione finanziaria tra AICA e i Comuni soci è diventata ufficialmente insostenibile. Secondo la situazione di bilancio al 31/12/2024, pubblicata dall’Amministrazione AICA, i crediti vantati dall’azienda sono esigibili ed esecutivi. Il totale netto supera 6,4 milioni di euro, e riguarda quasi tutti i Comuni del territorio agrigentino.
Di fronte a una persistente morosità, il Consiglio di Amministrazione di AICA ha avviato i decreti ingiuntivi per procedere al recupero coattivo delle somme dovute. L’appello ai Sindaci, che sono anche soci dell’azienda consortile, è chiaro: provvedere al pagamento per garantire la liquidità e l’operatività dell’ente pubblico.
Il caso Agrigento: posizione debitoria netta di € 210.184,62
Il Comune capoluogo presenta un’esposizione importante, composta da:
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Debiti per utenze idriche: € 334.492,16
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Riplanamento perdite 2021/2022: € 659.042,87
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Spese di manutenzione/personale/altro: € 1.989,13
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Costi di finanziamento compensati: € 307.629,31 al 2023 e € 307.629,30 al 2024
Nonostante i finanziamenti, la posizione netta resta negativa, e AICA reclama il pagamento immediato.
Compensazioni illegittime: il richiamo al Codice Civile
Alcuni Sindaci hanno dichiarato che una delibera dei Soci Sindaci dell’Amministrazione di AICA avrebbe previsto una compensazione tra debiti e crediti (ad esempio per forniture o lavori effettuati). Tuttavia, questa prassi è priva di fondamento giuridico.
L’art. 2467 del Codice Civile è chiarissimo:
“Il rimborso dei finanziamenti dei soci a favore della società è postergato rispetto alla soddisfazione degli altri creditori.”
In sostanza, qualsiasi “intesa” tra i Sindaci non può superare la normativa vigente, e non può essere utilizzata per aggirare il dovere di pagare somme dovute a un ente pubblico.
I Sindaci rischiano di dover restituire le somme
La norma tutela la società – in questo caso AICA, gestore pubblico dell’acqua – e impedisce ai soci (i Comuni) di rivalersi o compensare somme dovute, qualora questo metta in crisi l’equilibrio finanziario dell’azienda.
Se un Comune ha compensato impropriamente i propri debiti o prelevato somme dall’azienda, i Sindaci sono tenuti a restituire quanto illegittimamente trattenuto. L’articolo di legge parla chiaro: il credito di AICA verso i Comuni è esigibile nell’immediato, senza alcuna attenuante.
Un bene pubblico da salvaguardare
AICA è un bene pubblico, con impianti e reti che fanno parte del demanio, come stabilito dalla legge, dal Codice Civile, dalla Costituzione e persino dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
Il servizio idrico è essenziale per cittadini e imprese, e non può essere messo a rischio da decisioni unilaterali, disattenzioni o scorciatoie politiche. I Sindaci hanno la responsabilità di garantire la sostenibilità di AICA, non solo per legge, ma per dovere civico verso la comunità che amministrano.
Si evidenzia che i Comuni in giallo nella tabella allegata sono in credito verso AICA, e dunque vantano una posizione attiva e non debitoria.


