Da Firetto a Miccichè, due amministrazioni e un solo risultato: strade distrutte e nessun piano di manutenzione. Ignorato il regolamento comunale sugli scavi e sui ripristini del suolo pubblico.
Agrigento – Da oltre dieci anni la città vive immersa nel degrado delle proprie strade.
Una situazione che non nasce oggi, ma che è il frutto di due amministrazioni consecutive, quella di Calogero Firetto e l’attuale di Francesco Miccichè, che hanno avuto in comune una cosa: la totale incapacità di gestire la manutenzione viaria e di applicare le norme già esistenti.
Durante la giunta Firetto (2015-2020), l’attuale sindaco Miccichè è stato assessore al ramo, con delega alla Polizia Locale e alla Viabilità per circa due anni. Quindi conosceva perfettamente la materia, i problemi e le soluzioni possibili.
Eppure, dopo cinque anni da sindaco, le condizioni delle strade agrigentine non sono migliorate di un millimetro. Anzi, peggiorate.
Un regolamento chiaro, ma ignorato regolamento_esecuzione_scavi_suolo
Il Comune di Agrigento dispone, dal lontano 2011, di un Regolamento comunale per l’esecuzione di scavi su suolo pubblico e su aree soggette a pubblico transito (delibera di C.C. n. 154 del 27 ottobre 2011).
Un testo dettagliatissimo che disciplina ogni fase dei lavori stradali: autorizzazioni, tempi, modalità di ripristino, sanzioni e fondi vincolati per la manutenzione.
L’articolo 6 obbliga l’amministrazione a predisporre ogni anno un Programma degli interventi di manutenzione straordinaria delle strade, e l’articolo 7 istituisce un Nucleo Tecnico per coordinare tutti gli enti che eseguono scavi (acqua, luce, gas, telefonia, fibra, ecc.).
Niente di tutto questo, però, è mai stato fatto.
Nessun piano annuale è stato pubblicato, nessuna conferenza di servizi indetta, nessuna trasparenza sui fondi incassati dalle aziende per i civici ristori (art. 17) o sulle cauzioni trattenute per lavori mal eseguiti.
Il risultato? Strade massacrate
Basta percorrere via Manzoni, via Dante, il Quadrivio Spinasanta o la zona di San Leone per rendersi conto della realtà: una rete viaria ridotta a un mosaico di buche, toppi e dislivelli.
Ogni intervento di scavo, anziché essere coordinato e seguito da un ripristino a regola d’arte, viene chiuso frettolosamente, lasciando solchi e avvallamenti che peggiorano con le prime piogge.
Le immagini inviate ogni giorno dai cittadini a Report Sicilia parlano più di mille parole: asfalti sbriciolati, marciapiedi dissestati, tombini pericolosi e carreggiate impraticabili.
Eppure il regolamento è chiarissimo: l’art. 22 vieta qualsiasi scavo su strade appena asfaltate per almeno due anni. Una norma che viene regolarmente calpestata.
Il paradosso è che molte vie vengono rifatte a caro prezzo per poi essere scavate nuovamente da AICA o da gestori dei servizi entro poche settimane, rendendo vani gli interventi e sprecando denaro pubblico.
Fondi per la manutenzione mai utilizzati
Secondo gli articoli 25 e 26 del Regolamento, le somme incassate per diritti, cauzioni e indennità di ristoro devono alimentare fondi dedicati alla manutenzione e all’efficienza della viabilità comunale.
In pratica, il Comune disponeva da anni di un meccanismo finanziario autonomo per mantenere in ordine le strade — senza attendere nuovi fondi regionali o statali.
Ma quei fondi, se mai sono stati incassati, non risultano rendicontati né utilizzati per la manutenzione.
Un’omissione grave, che dimostra mancanza di programmazione, trasparenza e controllo.
E dire che, come stabilisce l’art. 20, il Comune dovrebbe vigilare su ogni scavo tramite la Polizia Municipale e il Settore Lavori Pubblici.
Due uffici che, pur avendo competenza diretta, in dieci anni non hanno mai imposto una sanzione significativa per lavori mal eseguiti.
Miccichè, dieci anni tra parole e asfalto fantasma
Francesco Miccichè, da assessore prima e da sindaco poi, ha avuto dieci anni di tempo per affrontare la questione.
Eppure, mentre si parla di “Agrigento Capitale della Cultura 2025”, la città è impraticabile: strade che si allagano dopo ogni pioggia, marciapiedi pericolosi, buche profonde e continui interventi tampone.
Le priorità della giunta si sono spostate su eventi, spettacoli e passerelle mediatiche, lasciando da parte la manutenzione ordinaria che rappresenta il primo segno di civiltà di una città.
Domande che i cittadini continuano a porre
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Dove sono finiti i fondi derivanti dalle indennità di civico ristoro previste dal regolamento?
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Perché non è mai stato pubblicato il Programma Annuale di Manutenzione delle Strade?
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Quante aziende sono state sanzionate per scavi abusivi o ripristini difettosi?
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E soprattutto: perché dopo dieci anni di gestione Miccichè la città è ancora in queste condizioni?
Conclusione: la cultura parte dall’asfalto
Agrigento può anche vestirsi da “Capitale della Cultura”, ma la cultura comincia dal rispetto delle regole e dall’attenzione al territorio.
Un regolamento comunale, chiaro e vincolante, esiste da quattordici anni.
Ciò che manca è la volontà politica di applicarlo.
E questa è la più grande sconfitta di dieci anni di amministrazioni che hanno dimenticato la cosa più semplice e più visibile: le strade su cui camminano i cittadini ogni giorno.























































