“Potenziamento dei DSM della Regione Sicilia, reti di cura e percorsi innovativi per i pazienti autori di reato, nuove prospettive di dialogo tra diritto e salute mentale”. Questo il tema del convegno su due giornate che si terrà tra domani e martedì prossimo al Grand Hotel Mosè del Villaggio Mosè, organizzato dal Dipartimento Salute Mentale dell’Asp 1 di Agrigento, diretto da Leonardo Giordano. Un evento con al centro tematiche di strettissima attualità, alla luce delle innumerevoli vicende di cronaca che entrano nelle nostre case attraverso i mass media. Delitti, tragedie, storie tristi che spesso hanno al centro persone con disturbi riconducibili alla sfera psichiatrica. La chiusura degli opg, ospedali psichiatrici giudiziari, sancita dalla l.81/2014 ha determinato nuove sfide e criticità nella presa in carico dei pazienti autori di reato, con un impatto significativo sulla pratica clinica, sulle procedure giudiziarie e sull’intero sistema di tutela della salute mentale. La gestione di questi pazienti si colloca all’intersezione tra due mondi, quello sanitario e quello giudiziario che operano con linguaggi, obiettivi e strumenti differenti, talvolta disallineati. In tale contesto emerge la necessità di costruire un dialogo strutturato e permanente tra psichiatria e magistratura, per condividere modelli valutativi, strumenti decisionali e strategie operative capaci di garantire al contempo, la cura del soggetto, la tutela dei diritti fondamentali e la sicurezza collettiva.
Numerosi gli obiettivi da centrare nella duegiorni congressuale
Il convegno fissa dunque diversi obiettivi: analizzare le criticità attuali nella presa in carico del paziente psichiatrico autore di reato, alla luce della normativa vigente e delle risorse disponibili; favorire un confronto tra esperti clinici, giuristi e rappresentanti istituzionali, al fine di individuare prassi condivise; promuovere la stipula di un protocollo operativo interistituzionale, finalizzato a garantire percorsi assistenziali sostenibili, continuità della cura e appropriatezza delle misure di sicurezza; contribuire alla formazione congiunta dei professionisti coinvolti (medici, magistrati, operatori socio-sanitari e forze dell’ordine). L’obiettivo ultimo è quello di sviluppare un approccio integrato che superi la frammentarietà degli interventi e consenta una governance territoriale più efficace, basata sulla collaborazione e sulla reciproca comprensione dei ruoli e delle responsabilità. Tra domani e dopo domani si alterneranno interventi di esimi esponenti del mondo clinico e giuridico, tra medici e magistrati impegnati sul campo. Un momento di grande utilità per confrontare le reciproche esperienze e trovare anche qualche strada incentivare la collaborazione nella gestione delle varie “emergenze quotidiane”.

